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Oggi al via la raccolta di firme per salvare l’ospedale di Curteri di M. S. Severino

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Continuano le proteste delle associazioni cittadine per salvare l’ospedale “Fucito” di Curteri dalla chiusura di alcuni reparti. Questa mattina, alle ore 9, il medico Vincenzo Sica dell’associazione “Diritto alla salute dell’ammalato”, unitamente, a Luca e Daniele Picarella e a Giuseppe Saggesse del comitato profucito, avvieranno una raccolta di firme per evitare la chiusura del nosocomio. Sica contesta la chiusura dei reparti di ginecologia e neonatologia, a seguito dell’applicazione della legge 161, e di oncologia, interessato dai lavori di ristrutturazione. “I reparti di ginecologia e neonatologia – dice Sica – sono un’eccellenza del nostro nosocomio, che garantiscono anche il parto in acqua, uno dei rari esempi nel Sud Italia. La normativa prevede che, per restare attivi, servano 500 parti l’anno, da noi se ne effettuano 480. Siamo vicino alla quota richiesta e non capisco perché vengano chiusi quando poi a Vallo della Lucania restano aperti con 280 parti l’anno.
E poi il nostro reparto è brillantemente condotto dal primario Massimo D’Aniello e dalla sua equipe di sette medici”. Alcuni mesi fa in città si tenne un corteo, organizzato da varie associazioni, che invocava proprio la riapertura dei suddetti reparti, inoltre il 21 marzo scorso i componenti del comitato si incatenarono davanti al nosocomio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave problema. Sulla vicenda si assiste al silenzio assenso sia del sindaco Giovanni Romano, che del consigliere regionale del Pd Tommaso Amabile. “Noi –  dice Sica – andiamo avanti per la nostra strada, forte del consenso che quotidianamente riceviamo da tutti i cittadini della valle dell’irno, e speriamo che siano in tanti a firmare la nostra petizione, ad iniziare dai commercianti di Curteri, che sono in forte crisi per la chiusura dei reparti, alcuni esercenti mi hanno detto che hanno perso il 50% degli introiti.
La minoranza del Pd insiste per chiedere sull’ospedale di Curteri un confronto in consiglio comunale, “Vogliamo capire – dice il consigliere Fabio Iannone – come mai il nostro sindaco, al contrario del suo collega di Cava Vincenzo Servalli, non ha presentato un ricorso al tar per la chiusura dei reparti. In questo modo Romano, dimostra che non ha a cuore le sorti del nostro ospedale.” Nel mirino del Pd finisce anche il presidente del consiglio comunale Mauro Iannone, che ad oltre un mese dalla richiesta di convocazione da parte del Pd non ha ancora evaso la stessa. Sotto accusa anche i politici di maggioranza che sono medici o che operano nel settore sanitario, come il vicesindaco Angelo Zampoli, l’ex sindaco Rocco D’Auria, Carmine Landi, presidente alla commissione politiche sociali e delegato alla sanità e Giovanni Capuano, dipendente del nosocomio di Curteri, che fino ad oggi, non ha fatto sentire la sua voce, sia in difesa dell’ospedale che dei colleghi.
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