L’Europa non sta passando un buon momento e l’Italia non è da meno. Questo riguardo alle relazioni internazionali.
In Europa accade che il Governo olandese, sempre in cerca di conferme, sottopone a referendum la ratifica dell’accordo di associazione UE – Ucraina. L’accordo fu il detonatore nel 2014 della crisi con la Russia, che sospettò che l’associazione di Kiev all’UE preparava la sua adesione alla NATO. Una minoranza dell’elettorato olandese vota a maggioranza contro la ratifica. Il referendum è consultivo e a rigore il governo può soprassedere.
I commentatori dubitano che lo farà. A che serve consultare il popolo se poi non ci curiamo del verdetto? E’ pure opinione che l’accordo entrerà in vigore lo stesso (una parte lo è già) grazie agli artifici giuridici di Bruxelles. Ma il segnale resta e suona l’allarme per il referendum, quello sì potenzialmente dirompente, che si celebrerà in giugno nel Regno Unito: il cosiddetto Brexit. Uscire dall’Unione o starci dentro?
L’Italia si trova, suo malgrado, nella crisi diplomatica con l’Egitto. Lo scenario è noto, l’esito è quanto meno incerto. Di sicuro c’è che il nostro Ambasciatore al Cairo è richiamato a Roma per consultazioni. La formula è volutamente anodina. Sta a significare che io manifesto il mio malcontento abbassando il rango delle relazioni diplomatiche. Queste restano al livello dell’Incaricato d’Affari, il sostituto dell’Ambasciatore quando sta fuori sede per qualsiasi ragione. La misura s’intende come provvisoria. Se la situazione si chiarisce, l’Ambasciatore rientra in sede, altrimenti la vacanza può durare un certo tempo.
Fra le altre mosse da contemplare è quella del raffreddamento dei rapporti commerciali, culturali, turistici. Ora che l’ENI ha avviato una cooperazione nel settore petrolifero che si annuncia fruttuosa, la misura può comportare conseguenze nei due sensi. Per non parlare dei movimenti turistici, già messi a repentaglio dagli attacchi terroristici nella località più amata sul Mar Rosso. Una partita “lose – lose”, dove ambedue i giocatori perdono e il danno sarà duro da risarcire.
La formula residuale è del “business as usual”. In pratica: circoscriviamo la divergenza affinché non influisca sul ciclo degli affari. Ma questa opzione non funziona nel caso in specie Volendo evitare il ripetersi di un’altra crisi internazionale, la determinazione è di rigore. E non è detto che non dia i suoi frutti, al di là dell’effetto che produce sulla nostra popolazione per i risvolti mediatici e umanitari.
Cosimo Risi