Hanno risposto alle domande sia il primario neurochirurgo Luciano Brigante (assistito da Silverio Sica e Andrea Castaldo), sia la caposala Annarita Iannicelli (difesa da Stefania Pierro), entrambi ai domiciliari che il direttore di neuroscienze Renato Saponierio (avvocato Agostino Allegro), interdetto dal servizio per 9 mesi e accusato di abuso d’ufficio per aver omesso i controlli.
Luciano Brigante – come scrive Metropolis oggi in edicola – si è detto estraneo alle accuse di concussione, aggiungendo di «non aver mai preso soldi dai pazienti» sottoposti a delicati interventi chirurgici.
Ha ribadito che nel reparto da lui diretto «non c’erano liste d’attesa, in quanto esistono gli interventi urgenti indifferibili, urgenti prorogabili e di routine». E molte delle operazioni effettuate erano di natura grave, tutte programmate, per cui non c’era nessun modo per per poterle rinviare in quanto ne valeva la vita del paziente. I legali di Brigante, poi, hanno presentato una lista di 2000 interventi per i quali gli inquirenti «potranno chiedere se il professionista abbia mai preso del denaro».
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