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Sanità: Cgil, riforma medicina di base intaserà 118 di notte

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Pronto soccorso intasati di notte “per tutti gli interventi sanitari, da quelli più banali alle emergenze” e rischio per chi ha una reale necessità di attendere l’ambulanza più a lungo. Queste le conseguenze, secondo la Cgil, della riforma dell’assistenza della medicina generale in base al nuovo Atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni dei medici di famiglia.

Approvato in via definitiva dal Comitato di settore Sanità, il testo riduce l’assistenza territoriale da h24 a h16 nei giorni feriali e a h12 per sabato e i festivi, delegando il sistema di emergenza urgenza 118 negli orari notturni.

In pratica, si legge in una nota congiunta di Cgil e Cgil Funzione Pubblica, “si prevede di utilizzare il 118 per andare a vedere una febbre, un mal di pancia, un mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita”. Inoltre “per qualunque malore notturno si dovrebbe andare al pronto soccorso. Insomma la notte tutti al pronto soccorso da soli o con l’ambulanza.

Ciò evidentemente aumenterebbe le attese”. In sostanza elimina infatti la guardia medica notturna, oggi incaricata di visite domiciliari e consulenze mediche telefoniche che possono risolvere il problema, evitando di andare al pronto soccorso. Un problema risolvibile, per la Cgil, introducendo un ruolo unico che elimini la figura professionale sparata della guardia medica. La proposta prevede che “tutti i medici di cure primarie possono fare le notti”, così da garantire “in un determinato territorio di competenza,l’assistenza primaria h24 per 7 giorni su 7”.

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