Ricordiamo che la questione della mancata pulizia periodica dell’opera, posta lungo il corso del torrente dopo i tragici fatti del 9 settembre 2010, è stata oggetto di interrogazione a risposta scritta da parte di Alberico Gambino, presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia a Palazzo Santa Lucia, finendo anche nel mirino della Procura.
Sull’effettiva utilità dell’opera circa la mitigazione del rischio idrogeologico è sempre aperto il dibattito, alla luce di quanto già nel 2011 sosteneva il geologo Ortolani. Quelle briglie “mal concepite e realizzate” necessitano di pulizia continua, quasi dopo ogni evento piovoso. Un dato ormai chiaro a tutti che, oltre a far rimanere tutti i dubbi sulla reale utilità dell’opera, costringe di fatto a ripensare il criterio della “somma urgenza” in una programmazione sistematica e coerente degli interventi di manutenzione.
Ed è proprio in direzione di un piano condiviso programmato con la destinazione di un finanziamento specifico e di specifico soggetto attuatore che Atrani continua a lavorare, per uscire definitivamente da quegli stati di continua emergenza o “somma urgenza” che, da troppo tempo, hanno sostituito il regime “ordinario” nella gestione della sicurezza del territorio. È questa, infatti, la proposta che il Comune avanza in una lettera indirizzata anche alla Regione Campania, pur non ricadendo le briglie nell’arco territoriale di propria competenza: inserire la manutenzione delle briglie a pettine nell’accordo di programma tra Regione e Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare del 12 novembre 2010 o, nel caso tale accordo non fosse più valido, attivarsi prontamente per approntare un piano pluriennale di manutenzione ordinaria e periodica dell’opera in questione che miri a mitigare in maniera duratura e costante il rischio idrogeologico.