La rampa in ferro e legno non è utilizzata e di fatto occupa una gran parte del cortile che potrebbe essere usufruito diversamente, mentre un sistema di partizione in legno, oscura l’affresco della sala e di fatto impedisce la lettura di uno spazio voltato che fa cioè da angolo. Si è riscontrato inoltre uno stato di usura del cotto, in parte coperto da una vecchia moquette. Il principale nodo critico però, è dovuto al sottoutilizzo della corte ed al degrado costante del sistema di affreschi interni significativamente deteriorati da un sistema di superfetazioni ovvero quelle parti moderne che poco c’entrano con il contesto circostante.
Il team Mida Factory composto da designer e tecnici della produzione ed esperti falegnami ha realizzato il progetto di Zoo Architecture, analizzandolo e ingegnerizzando le loro idee facendo si che le “morbide” chaise longue (poltrone allungate) assemblate con frammenti lignei, trasformassero la corte in un salotto urbano a cielo aperto, così come accade all’interno degli spazi di accoglienza, di ristoro e di racconto. L’ intero arredo è stato realizzato e installato da Mida Factory che grazie all’ ufficio tecnico interno e con l’ uso di tecnologie CNC ha supportato e soddisfatto le esigenze progettuali dello studio Zoo Architecture, concretizzandole.
L’impresa appaltatrice è stata quella di Nicola Cipullo. Sotto il profilo tecnico il progetto ha previsto il recupero e il risanamento degli spazi esterni con l’eliminazione delle già predette superfetazioni, il rifacimento parziale degli intonaci e la realizzazione di un nuovo sistema di sedute lignee al fine di creare uno spazio fruibile da restituire alla città, inoltre, si è provveduto a realizzare un punto informativo, un’area di accoglienza e caffetteria, che fanno da trade-union con il nuovo spazio esterno. Da sottolineare infine che al primo piano si è provveduto ad eliminare altre superfetazioni, recuperando la pavimentazione in cotto, tinteggiando le pareti delle sale espositive e razionalizzando il sistema degli impianti.