“Stiamo lavorando su un piano di fruizione per aprire in maniera stabile il tempio – afferma il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel – ma nel frattempo cogliamo l’occasione della festa del 25 aprile per offrire ai visitatori la possibilità di fare un’esperienza unica, ovvero entrare in un tempio antico conservato fino alle parti più alte del frontone”. Il tempio di Nettuno, che in realtà non si sa a quale divinità fosse dedicato (in discussione Hera, Zeus e Apollo), fu eretto intorno al 460 a.C. e rappresenta la declinazione classica dell’ordine dorico. Sin dal ‘700, numerosi artisti, scrittori e architetti sono venuti a Paestum per studiare l’architettura antica, tra i quali Piranesi e Goethe.
Ancora oggi il dibattito sul monumento continua. Tra le questioni irrisolte, resta quella del tetto, di cui non si è mai trovato alcuna traccia. C’è chi ipotizza che il tempio non sia stato mai terminato e rimasto senza copertura. “Forse le nostre ricerche, che portiamo avanti con le università campane e altri partner, getteranno nuova luce anche su questo aspetto – dice Zuchtriegel – oltre ai nuovi scavi sono in atto studi nei depositi dove sono conservati centinaia di migliaia di ritrovamenti: anche da lì ci attendiamo ancora qualche sorpresa. Chi sa se non riusciremo a risolvere anche l’enigma del tetto sparito.”