E’ questa la ‘tempesta perfetta’ che ha causato il primo calo dell’aspettativa di vita in Italia mai registrato in tempo di pace, descritta dal rapporto Osservasalute, realizzato dall’Osservatorio sulla Salute delle Regioni dell’università Cattolica di Roma e presentato oggi.
Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, direttore dell’osservatorio oltre che presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. “Il calo è generalizzato per tutte le regioni – ha spiegato Ricciardi -. Normalmente si guadagna un anno ogni quattro anni, è un segnale d’allarme”. Sulle motivazioni Ricciardi non ha dubbi.
“Vi pare normale che siamo l’ultimo paese al mondo per prevenzione? Vi pare normale che i nostri anziani di fatto non facciano prevenzione? Ho citato poi il caso dello screening per il colon retto, vi pare normale che ci siano regioni meridionali in cui non è ancora partito, e quindi in cui ci sono zero cittadini protetti?” Il dato, ha spiegato Ricciardi, sconta anche i 54mila morti in più della media registrati nel 2015, dovuti in parte anche al calo delle vaccinazioni antinfluenzali. Alla poca prevenzione, con l’Italia fanalino di coda nell’Ocse con una spesa pari al 4,1% del Pil, si aggiungono i tagli ai servizi provocati dalla crisi, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro.
“Abbiamo un aumento di incidenza dei tumori prevenibili – aggiunge Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell’Osservatorio – soprattutto mammella e polmone per le donne e colon retto per gli uomini Oltre a questo ci sono dei cittadini poco propensi a seguire i consigli degli esperti, con ormai il 46,6% degli over 18 che sono sovrappeso o obesi. Fra le luci citate dal rapporto c’è il dato secondo cui il 23% della popolazione con più di 3 anni si dedica allo sport in modo continuativo, mentre nel 2012 era il 21,9%.
Aumentano nell’ultimo biennio anche coloro che, pur non praticando uno sport, svolgono un’attività fisica (passeggiare per almeno 2 km, nuotare, andare in bicicletta). Sono il 28,2% della popolazione nel 2014, mentre erano il 27,9% nel 2013, una cifra comunque con ampi margini di miglioramento. Proprio sullo stile di vita si concentra il commento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che parla però di ‘dati da verificare’. Qualora, ad ogni modo, i dati risultassero effettivi, ha rilevato il ministro, ”ciò evidenzierebbe un concetto che sosteniamo da tempo, e cioè la necessità di investire di più in prevenzione, in tutte le regioni”.
Un investimento maggiore in prevenzione che, secondo Lorenzin, deve partire dai ”corretti stili di vita: mangiare in modo sano, evitare il consumo di alcol, no al fumo e alle sostanze stupefacenti, eseguire vaccinazioni e screening secondo i consigli della scienza – ha concluso – sono le direttrici principali”.
Fonte ANSA