IL TRASPORTO E I RAPPORTI CON LE ‘NDRINE. La cocaina destinata al gruppo “TAMARISCO” veniva spedita via mare dai porti del Sud America (in particolare da quello di Guayaquil in Ecuador) a quello italiano di Salerno, dove l’organizzazione poteva contare sull’appoggio di alcuni operatori addetti alla movimentazione delle merci per il recupero e la successiva consegna delle partite di stupefacente occultate all’interno dei containers. Sulla base dei riscontri probatori acquisiti nel corso delle indagini, l’organizzazione e riuscita a concretizzare diverse imponazioni di cocaina dall’Ecuador, fra cui si segnalano i 48 chilogrammi giunti presso il porto di Salerno nel mese di giugno del 2014 e altri 24 chilogrammi nel dicembre del 2014.
Dall’inchiesta emerge che alla cosca erano giunti via mare, nel solo 2014, 72 chili di coca. La seconda organizzazione, meno articolata rispetto alla precedente, era specializzata nell’importazione dalla Spagna di ingenti quantitativi di hashish che venivano trasportati in Italia attraverso automezzi pesanti, all’interno di appositi carichi di copertura.
L’operazione della Gdf ha visto l’impiego di oltre 170 militari, in varie regioni d’Italia. Le misure cautelari emesse dal gip sono 22 custodie cautelari in carcere, sette arresti domiciliari e cinque obblighi di presentazione all’autorità giudiziaria. Sottoposti a sequestro preventivo beni per circa 10 milioni di euro, ritenuti provento del narcotraffico. Dalle intercettazioni è emerso anche che uno degli arrestati, Domenico Tamarisco, scarcerato lo scorso 6 aprile, avrebbe programmato l’uccisione di un uomo, non identificato, con il quale era entrato precedentemente in contrasto.
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