E’ la notte del 24 agosto 2016. Ore 3.36, il centro Italia trema, in pochi secondi paesi della provincia di Rieti si sbriciolano come castelli di sabbia. Da Amatrice ad Accumuli a Pescara del Tronto sino a Norcia. Pochi minuti ed è massima allerta. Parte la ‘chiamata’ alle armi in tutta Italia. E tra i primi a partire i vigili del fuoco del comando provinciale di Salerno, unità di soccorso operativa per i terremoti di tutto il centro sud. Pochi minuti e vengono richiamati coloro che avevano smontato di turno, mentre coloro che erano in servizio da poco di ritorno dalle emergenze incendi, avverte casa e parte per il Lazio. Chi si trova per qualche giorno di ferie ritorna in servizio lasciando moglie e figli a mare. Con i pochi indumenti che si hanno di scorta, pronti via e si parte. Partono i camion cuccette, e tutti i mezzi a disposizione. Giunti ad Amatrice alle prime luci dell’alba le strade sono interrotte. I mezzi vengono lasciati a distanza e si percorre a piedi tra le macerie a dare i primi soccorsi. A mani nude, senza mascherine, chi con la puzza di bruciato degli incendi spenti poche ore prima e con la puzza della morte che silenziosamente si eleva da case che non ci sono più. Sono loro, anche salernitani, i veri angeli di questa tragedia.