Chiaramente, Rosina ha interpretato i compiti ricevuti dal trainer granata principalmente con licenza di offendere, ma l’ex Catania non si è risparmiato, sebbene non sia di certo al top della forma. In un avvio in cui le due squadre giocavano principalmente a ping pong, Rosina ha faticato a trovare la giusta posizione. Ma col passare dei minuti, il calabrese è cresciuto e ha cominciato a prendere per mano i compagni. L’azione del gol è nata da un suo cambio di gioco intelligente, il cross di Zito è stato puntuale come la sponda all’indietro di Donnarumma (che ha fatto un lavoro “invisibile” ma estremamente importante in terra ligure), Rosina s’è ricordato di avere classe cristallina e anche capacità realizzative e di destro, con la complicità di una deviazione, è riuscito a battere Chichizola.
In attesa di indossare i panni di “Rosinaldo”, con le serpentine e gli slalom che gli hanno permesso di giocare ad alti livelli in A, di indossare la maglia della nazionale e poi di guadagnare tanti soldini allo Zenit (dove solo il rapporto mai decollato con Spalletti gli ha impedito di esplodere), il mancino ha rotto il ghiaccio, ma ha dimostrato anche di sapersi sacrificare per la causa, rincorrendo gli avversari nella propria metà campo. Non solo un valore aggiunto, ma anche un leader, pronto a dare indicazioni ai compagni e a recepire i consigli di coloro i quali già conoscono la realtà salernitana, come Zito, col quale ha dimostrato di avere già feeling. La Salernitana ha subito messo in vetrina il suo numero 10, che però dovrà lavorare (e tanto) per poter far vedere tutto ciò di cui è capace.