“L’anatra all’arancia” piatto tipico della raffinata cucina francese, è un testo degli anni ’70 di William Douglas Home e Marc-Gilbert Sauvajon, un capolavoro del teatro leggero (riproposto anche nell’omonimo film del celebre duo Tognazzi-Vitti) in virtù di una formula comica che porta inevitabilmente anche a riflettere su certe dinamiche di coppia. Un testo “sempreverde”, quindi, in cui il tema della coppia che scoppia ci mostra le mille sfaccettature dell’amore, della gelosia, della fedeltà e dell’infedeltà: temi tipici della commedia all’italiana, scontati ma, paradossalmente, sempre attuali.
Una parodia della vita quotidiana che il regista ha ambientato a Napoli, interpretata dagli attori della Compagnia All’Antica Italiana di Gaetano Troiano e da lui stesso, che sul palco si è sbizzarrito dando il meglio di sé, nel ruolo del protagonista. La trama, divertente e sbarazzina, racconta di una coppia di coniugi benestanti Gilberto e Lisa Ferrara (Gaetano Troiano e Giulia Esposito) che, stanca della routine familiare, decide di separarsi, ma è solo un modo per mettere alla prova il loro amore insolito, come insoliti sono gli amanti con i quali decidono di avventurarsi: la segretaria Patrizia Cacciapuoti (Annarita D’Auria), una schizzata che sembra uscita da famosi fumetti e il Conte Castaldo dei Lucanigro (Vittorio Avagliano), buffo e imbalsamato come i personaggi di Rowan Atkinson. Un quartetto amoroso che assume i toni della commedia americana, surreale in certi momenti, e i personaggi, comici e credibili, abilmente diretti dallo stesso Gaetano Troiano, si muovono sulla scena con padronanza donando momenti esilaranti al pubblico.
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