“Eravamo seduti sulla piattaforma adiacente i pontili dove sono attraccate circa cento barche, davanti al bar –ristorante, quando, poco dopo le 23,00, ci siamo accorti che una delle barche si stava incendiando” – ha raccontato Antonino Ventura – “Abbiamo preso immediatamente gli estintori e, di corsa, ci siamo avvicinati alla barca.
Proprio in quel momento i vetri delle cabine, a causa della forte temperatura, sono scoppiati provocando una maggiore presenza di ossigeno all’interno della barca che ha alimentato ulteriormente l’incendio. A quel punto era impossibile intervenire con l’estintore. Abbiamo immediatamente allontanato le barche vicine a quelle incendiate prima che potessero prendere fuoco.
Poi, con grande freddezza e coraggio, mio fratello Silvio, è salito su uno dei nostri gozzi forniti anche d’idrante e, dopo aver spento le fiamme che si stavano diffondendo alla vicina barca “Holiday”, una alla volta, avvicinandosi alle barche in fiamme, ha agganciato le cime delle stesse per portarle al largo. A pensarci adesso, a mente fredda, possiamo dire che, anche grazie alla nostra esperienza cinquantennale, ci è andata bene. Senza il nostro intervento sarebbe stato un macello», chiosa su Le Cronache.
Nel caos Antonino Ventura ha avuto modo anche di parlare con i componenti delle famiglie Perrella e Verrengia, colpiti direttamente da un episodio inedito per il settore nautico a Salerno – si legge su La Città. «Sono dei nostri clienti storici, sono naturalmente rammaricati». Sui controlli dell’area dice: «Il controllo sulle banchine è continuo e costante, è impossibile che qualcuno si sia introdotto senza farsi notare dagli addetti al controllo»
La serietà dei fratelli Ventura è cosa nota. Quella di alcuni sedicenti giornalisti non la conosce nessuno.