«La regular season di serie B s’era appena conclusa. Il mio agente mi scrisse: “Gigi, in quale squadra vuoi giocare il prossimo anno?”. Non ebbi dubbi». Undici lettere? «Chiaro. “Salernitana”. Che però doveva ancora disputare lo spareggio play-out contro il Lanciano. “Aspettiamo”, suggeriva Luca. “Sta’ tranquillo, i granata si salvano. Ché poi c’è il match di ritorno all’Arechi, e lì voglio vedere chi vince…”, dissi al mio procuratore. Fui buon profeta. In fondo avevo già scelto». Serviva solo quella telefonata. «Sì, che sarebbe arrivata qualche giorno più tardi. Ringrazio i patron Lotito e Mezzaroma, il ds Fabiani ma pure l’amministratore unico della Ternana, Longarini, per avermi dato questa chance. Unica. Che ho voluto e preferito a tante altre». Quali? «Non per vantarmi, ma di società cadette che mi cercavano ce n’erano diverse. E poi il Venezia… Mi offriva un triennale, opzione per il quarto anno e un bell’ingaggio, che tutto sembrava eccetto che un contratto di Lega Pro. Il progetto con Pippo Inzaghi lì è molto ambizioso». E lei? «Risposi “no, grazie”».
A parlare è Gigi Vitale in una lunga intervista pubblicata dal quotidiano Metropolis oggi in edicola. Sul campo meglio giocare con 3-5-2 o il 4-4-2? Questa la risposta del terzino: «Con mister Sannino, abbiamo provato entrambi i sistemi di gioco. Partendo da “quinto”, sulla linea dei centrocampisti, posso spingere di più, ma negli ultimi anni ho sempre fatto il terzino puro, in una linea a 4, badando più a coprire che a propormi. Non sono banale, se dico ch’è davvero la stessa cosa per me. In fondo, in carriera ho fatto un po’ di tutto». Anche l’attaccante? «Sì, nasco trequartista nei settori giovanili». E poi? «Mi hanno arretrato piano/ piano – sorride -. Reja, al Napoli, mi ha spostato sulla fascia mancina».