“Qui mi sento a casa, è una città a me cara e amica. Conosco bene il presidente della Regione, il sindaco, il direttore di questo teatro che fu inaugurato a fine Ottocento con il Rigoletto. E proprio qui ho diretto due opere: la Vedova Allegra e il Don Giovanni”, racconta Sgarbi al pubblico del Teatro Verdi: “Qui in città è
andata in scena una sorta di miracolo del meridione, come è accaduto anche a Matera o a Lecce. Salerno è tra le poche città del Sud che non è legata all’immagine della povertà, del degrado. Come il Salento sta a Lecce, il Cilento sta a Salerno. Sono oasi di buona amministrazione. Salerno è infatti un modello per la rinascita. E l’investimento sulla bellezza non è sufficiente, va fatto di più, molto di più. “La bellezza è costituzionale” dice ancora Sgarbi. “Che un sindaco capisca che deve mettere le luci d’artista per illuminare la propria città, è un fatto importante. E questo a Salerno è accaduto. Poche città sono state capaci di fare interventi di architettura dopo il fascismo. Qui è successo con la stazione marittima. E il centro storico ha mantenuto la vita vera, non è stato trasformato un outlet, è un’isola felice “.
Prima dell’intervento del ministro seguito da quello di Sgarbi, tre eventi, a scandire la giornata iniziale di questa tappa del Sud: l’inaugurazione da parte del SindacoVincenzo Napoli, col successivo “viaggio nella città segreta” dei cittadini-turisti; la conferenza “Win the bank, come farsi dare i soldi dalle banche per l’impresa” e, ancora sul credito, la conferenza del vicepresidente di Mediolanum (e dell’Abi) Giovanni Pirovano su “La situazione delle banche, scenari e opportunità” .
“È un territorio incantato che potrete raccontare al meglio a chi ancora non ci conosce”, dice il sindaco inaugurando la “Casa di Panorama” in corso Garibaldi, a due passi da Palazzo di Città, con il direttore del settimanale, Giorgio Mulè.
“La nostra strategia, in continuità con l’amministrazione che ci ha preceduto”, aggiunge Napoli, “è quella di puntare sulle eccellenze del territorio per consolidare un ruolo forte e identitario di Salerno nel cuore della sua provincia. Non a caso anche quest’anno avremo un’edizione straordinariamente ricca di “Luci d’artista”, da novembre a gennaio, una manifestazione attesissima a livello internazionale, che è stata capace nel 2015 di attirare due milioni di presenze in città”.
Comincia dunque, con le guide del Comune Paolo De Angelis e Ivana Calembo e partendo dalla “Casa di Panorama” in corso Garibaldi, un percorso esplorativo nel centro storico della loro città, alla scoperta di una piccola – ma emozionante, appunto – sua porzione: dal Sedile di Porta Nova fino alla Chiesa di S. Maria De Lama, riaperta nell’ottobre dello scorso anno, grazie anche all’intensa attività di recupero che ha visto il Comune avvalersi della collaborazione dei volontari del Touring Club Italiano (“Orgogliosi di averlo fatto”, sottolineano in presenza del sindaco Vincenzo Napoli).
Infine, dopo tanta bellezza, anche qualche argomento meno bello ma importante: le banche, la loro crisi, e come cavalcarla per farsi finanziare comunque o per collocare i propri risparmi. Come “conquistare una banca e farsi dare un finanziamento” è il tema delle conferenze dell’economista Valerio Malvezzi, fondatore della società di formazione Win the Bank assieme a Massimo Bolla, che con il suo ragionamento didattico inchioda per un’ora alla poltrona decine di imprenditori salernitani nel secondo appuntamento di Panorama d’Italia nella città campana. Malvezzi, che ha realizzato un manuale di 800 pagine con le linee guida da seguire nel momento in cui si va a trattare con una banca, elenca gli errori da non commettere mai: no alle scatole cinesi, no agli sconfinamenti, attenzione al passaggio generazionale e ai cattivi consiglieri. A rischio è l’immobile dell’azienda o della famiglia dati in garanzia per ottenere finanziamenti. È fondamentale sapere con chi trattare, di cosa parlare e che cosa portare: documenti scritti, sempre. Bisogna prepararsi per tempo per essere in grado di mostrare il lato giusto dell’impresa per “farsi confezionare un vestito su misura perché in banca non si va a fare la spesa, le richieste devono essere mirate”.
Infine Banca Mediolanum, ovvero l’unica banca italiana ad avere il parametro patrimoniale di riferimento – si chiama il Cet1, ed è quello che scarseggia al Montepaschi – oltre la soglia del 20%, un record europeo. Ha riunito cento tra i suoi “family banker” e clienti salernitani a Palazzo Sant’Agostino e il suo presidente Giovanni Pirovano – compagno della sfida di Ennio Doris sin dall’inizio, nel ’97 – ha spiegato in modo semplice e chiaro perché le banche di tutto il mondo sono in crisi: tassi negativi, che non permettono più di guadagnare prestando soldi a tassi d’interesse superiori a quelli che si pagano per farseli dare; rivoluzione digitale che rende obsolete e quindi inutilmente costose la metà delle filiali e del personale; rivoluzione regolatoria, dettata da Bruxelles e da Basilea, che rende difficile e oneroso prestare denaro. C’è chi a saputo individuare strade nuove e diverse, come appunto Mediolanum. Che ha spiegato al suo pubblico strategie e tattiche di buona gestione del risparmio.