Pubblicata la mappa dello scuotimento del terreno, ossia lo spostamento del suolo, prodotto dal terremoto di magnitudo 6.0 del 24 agosto scorso, avvenuto tra le province di Rieti, Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. Disponibile sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), indica che nell’area dell’epicentro il movimento del suolo, durante il sisma, ha raggiunto velocità massime di 30 centimetri al secondo. Messa a punto dai ricercatori dell’Ingv e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), la mappa raccoglie i risultati delle prime elaborazioni e si basa sui dati forniti da 200 stazioni accelerometriche appartenenti alla Rete Accelerometrica Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile e alla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Ingv. Questi dati danno un’idea di quale sia stato lo scuotimento prodotto dal terremoto attraverso la misura dell’accelerazione orizzontale e verticale subita dal terreno. ”Sono informazioni molto importanti per studiare il terremoto e comprendere quello che è accaduto”, ha detto Francesca Pacor dell’Ingv. ”I valori – ha aggiunto Pacor – sono più alti vicino all’area dell’epicentro e si attenuano man mano che si ci allontana e sono compatibili con quello che ci si aspetta per un terremoto di quella magnitudo”. Queste mappe sono importanti non solo dal punto di vista sismologico, ma anche per comprendere l’impatto del terremoto e gli effetti sugli edifici al fine di organizzare le squadre di soccorso. Il rapporto mostra quali sono stati i valori massimi di accelerazione, di velocità e spostamento registrati dalle postazioni accelerometriche. Per esempio la velocità massima di spostamento del terreno è stata di 30 centimetri al secondo ed è stata registrata dalla stazione Norcia. (ANSA