I programmi di incentivazione hanno preso il nome di “Cultura Crea”.
Prima di dire da dove piovono queste agevolazioni, precisiamo subito, che Il 25 febbraio 2016 è stato firmato l’accordo operativo di attuazione, tra il Mibact e la Regione Campania, e definiti gli ambiti di complementarietà, nel rispetto dei criteri di demarcazione previsti dal PON “Cultura e Sviluppo” 2014-2020, tra le programmazioni di livello nazionale e regionale.
Tanto al fine di assicurare coerenza ed efficacia, alla strategia di valorizzazione delle “aree di attrazione culturale di rilevanza strategica nazionale”, attuata dal PON in coerenza con gli indirizzi dell’AdP Italia.
Successivamente il 3 agosto 2016 è stato presentato a Napoli – presso la Regione Campania a Palazzo Santa Lucia – il Pon cultura e sviluppo ed è stato anche sottolineato che sono pronti i finanziamenti.
Con queste agevolazioni si tende di superare le condizioni di sottoutilizzo, delle risorse culturali, che sebbene presenti nelle 5 Regioni incluse nel PON (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), non sono soddisfacentemente sviluppate, perché bisognose di quel “poco in più” che incentivi a intraprendere nuove iniziative accrescendo, in siffatto modo, la produttività di quei territori.
Il patrimonio culturale e le attrazioni turistiche dei territori ricompresi nel PON, che potranno beneficiare delle agevolazioni previste dal decreto ministeriale, sono note a tutti e conosciute da tutti, a livello internazionale.
L’obiettivo è accrescere la domanda turistica e utilizzare ulteriore cultura, per rafforzare nuovi insediamenti di attività imprenditoriali. Valorizzare il principio di sussidiarietà e centralità delle capacità produttive ed occupazionali del Terzo settore.
Quest’ultimo, il Terzo settore, è giustamente ricompreso nel decreto ministeriale per il rilievo che ricopre nel contesto sociale, di promozione e di sviluppo, di nuove forme di cittadinanza attiva e, non di meno, per la valorizzazione del principio di sussidiarietà e centralità e delle capacità produttive ed occupazionali.
In effetti, va a colmare quell’area tra Stato e Mercato nella quale si offrono servizi, si scambiano beni relazionali, si forniscono risposte a bisogni personali o a categorie deboli, secondo approcci che non sono originariamente connotati dagli strumenti tipici del mercato, né da puro assistenzialismo.
Gli obiettivi, quindi, sono quelli di valorizzare i territori e il patrimonio culturale. Far nascere nuove imprese creative e culturali. Supportare la capacità del settore culturale e creativo, rafforzandone la capacità finanziaria, anche al fine di favorire l’innovazione con nuovi modelli di business.
Ma cosa contiene questo decreto ministeriale? quali sono gli incentivi? e quali sono gli obiettivi?
Il Decreto Ministeriale 11 maggio 2016, n. 243.
Dalla lettura dell’art. 2 si comprende bene il contenuto e quale fine persegue.
All’art. 2 del Decreto si legge:
“Ambito di applicazione, finalità dell’intervento:
Per sostenere la filiera culturale e creativa e rafforzare la competitività delle micro, piccole e medie imprese, viene istituito un regime di aiuto applicabile nelle regioni, finalizzato allo sviluppo ed al consolidamento del settore produttivo collegato al patrimonio culturale italiano.
Il regime di aiuto ha le seguenti finalità:
- a) creazione di nuove imprese nell’industria culturale, come previsto al Titolo II;
- b) sviluppo delle imprese dell’industria culturale, turistica e manifatturiera, come previsto al Titolo III;
- c) sostegno ai soggetti del terzo settore che operano nell’industria culturale, come previsto al Titolo IV.
- Per la concessione delle agevolazioni le risorse finanziarie disponibili ammontano a €. 106.933.000,00 e sono a valere sulla dotazione finanziaria assegnata all’Asse Prioritario II «Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura» del Programma operativo nazionale «Cultura e sviluppo» (PON) FESR 2014-2020. Tali risorse sono così ripartite:
- a) per gli interventi di cui al Titolo II: € 41.704.000,00; (nuove imprese dell’industria culturale).
- b) per gli interventi di cui al Titolo III: € 37.807.000,00; (imprese dell’industria culturale, turistica)
- c) per gli interventi di cui al Titolo IV: € 27.422.000,00. (terzo settore nell’industria culturale).
- Nel caso in cui, nel corso dell’attuazione del regime di aiuto, siano raggiunti i risultati previsti dal PON Cultura e sviluppo 2014-2020, potranno essere aggiunte ulteriori risorse finanziarie fino ad un massimo pari a € 7.081.000,00, proporzionalmente redistribuite sui tre interventi previsti.
Da quanto innanzi è possibile prevedere che molti si impegneranno a riflettere su una possibile attività innovativa di valorizzazione del territorio, coinvolgendo giovani, e apportando una ricaduta occupazionale di cui queste regioni abbisognano. Queste regioni hanno grandi potenzialità intellettuali. Vi sono giovani laureati con differenti specializzazioni, anche con indirizzo umanistico e fondendo le capacità e le competenze possedute da ognuno di loro, si potrà creare, con serietà e consapevolezza, nuova cultura d’impresa.
Sul sito di Invitalia è disponibile una mini guida, con informazioni chiare e sintetiche, per comprendere bene il programma di incentivi e gli obiettivi contenuti nel decreto “Cultura Crea”.
Le domande per l’agevolazione, per le e tre le linee di intervento, (complete del business plan e della documentazione necessaria) potranno essere presentate esclusivamente on line, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia, a partire dalle ore 12:00 del 15 settembre 2016.
Dal sito di Invitalia è possibile scaricare anche la documentazione necessaria per presentare la domanda e, di supporto, vi è la Direttiva operativa n. 55 del 20/07/2016 che fornisce le modalità di accesso alle agevolazioni. Modalità che devono essere rispettate puntualmente, per superare la verifica delle condizioni per l’ammissibilità e per l’erogazione delle agevolazioni.
Ma tornando al titolo di questa notizia, “da dove piovono queste agevolazioni?”, diciamo subito che gli incentivi non piovono da nessuna parte, ma scaturiscono dall’impegno del Governo che, già dal 1 agosto 2014, ha presentato alla Commissione Europea il Programma Operativo Nazionale “Cultura”, nell’ambito dell’obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” per le regioni meno sviluppate in Italia.
Questa è una delle iniziative che il Governo ha messo in atto per lo sviluppo del Paese.
Ma qual è il percorso che porta a compimento una iniziativa?
Dal sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è possibile rilevare, l’iter seguito per giungere all’emanazione del Decreto Ministeriale dell’11 maggio 2016, più conosciuto come “Cultura Crea”.
Infatti dal sito si legge che “Cultura crea” è un programma di incentivi promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per sostenere la filiera culturale e creativa delle regioni interessate e consolidare i settori produttivi collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese.
Cultura Crea è un Asse Prioritario del PON “Cultura e Sviluppo” – FESR 2014-2010.
Dalla negoziazione con la Commissione Europea è scaturita la decisione comunitaria del 12 febbraio 2015, ed è stato approvato il PON “Cultura e Sviluppo”, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo regionale (FESR 2014-2020) e da fondi nazionali, per un ammontare complessivo di circa 491 milioni di euro.
Amministrazione titolare del PON è il Segretariato Generale – Servizio II del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che per l’attuazione del Programma si avvale di un’Autorità di Gestione e delle sue articolazioni territoriali (Direzioni Regionali MiBACT, Soprintendenze) nell’ambito di una strategia di raccordo e di coordinamento con le Amministrazioni regionali delle cinque regioni interessate.
A tal riguardo con le Regioni interessate sono stati sottoscritti specifici Accordi Operativi di Attuazione (AOA). Strumento partecipativo agile in grado di sostenere e accelerare fasi negoziali per loro natura complesse e di favorire la complementarietà tra programmazione nazionale e programmazioni regionali.
Questo in sintesi – riportato senza “grandangolo” – il percorso per giungere all’emanazione del Decreto Ministeriale. Alla base c’è tanto lavoro e grande impegno burocratico (auguriamoci si semplifichi) che ha consapevolizzato persone e organi istituzionali.
Per altri approfondimenti si rimanda al Quadro di sintesi del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo programma operativo nazionale “cultura e sviluppo” fesr 2014-2020, sintesi e al programma operativo nell’ambito dell’obiettivo “investimenti in favore della crescita e dell’occupazione”.
Quante iniziative saranno intraprese? Quanti potranno beneficiare di tali agevolazioni? Per dare una risposta bisognerà attendere. Ma gli humor appaiono positivi.
Val la pena ricordare un noto proverbio: “Il Maestro apre la porta, ma tu devi entrare da solo”.
Luca De Franciscis
dottore commercialista