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Il nervosismo del tecnico è il sintomo di un malessere profondo

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Il nervosismo del tecnico è il sintomo di un malessere profondo. Lo scrive il quotidiano La Città oggi in edicola indicando proprio nel nervosismo dell’allenatore uno dei cinque capi d’accusa alla Salernitana di Sannino dopo 4 giornate di campionato. Un nervosismo che non si giustifica dopo due pareggi e altrettante sconfitte. L’ansia da prestazione fa spesso cattivi scherzi – scrive Michele Spiezia su La Città – . Dovrebbe saperlo bene il tecnico, 60enne scafato, non uno alle prime armi. È da quando ha preso possesso del timone – dopo la lunga attesa da congelato in attesa che Simone Inzaghi restasse alla Lazio – che fa di dichiarazioni stereotipate e banali, piani e programmi. Ansiogeno, nevrotico, isterico: la reazione in sala stampa dopo il ko col Vicenza, «ascolto una volta sola poi non ascolto più perchè voi dite solo stronzate» è il sintomo di un malessere profondo e pericoloso che alberga nel cuore di un allenatore che pare aver perso già la bussola. Parole da assediato («pensate ai gol che prendevate lo scorso anno»), da chi s’è già fatto avviluppare dalla sindrome del nemico («il vostro motto è distruggere»), sentimento che frulla nel cervello dei soliti dirigenti granata. Magari sente il terreno franare

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