Pare infatti che alla base del “blitz” dei carabinieri ieri mattina ci siano quasi delle lotte interne tra medici. Incarichi medico-dirigenziali al reparto ma anche liste d’attesa dubbie e consulenze esterne da verificare. I militari hanno portato via corposa documentazione utile a verificare quanto dettagliatamente riportato in una denuncia specifica firmata da alcuni medici del reparto stessi.
Nel frattempo, la magistratura continua a lavorare sulle cosiddette «vendite di posti letto». Ovvero diversi pazienti avrebbero dribblato le liste d’attesa passando per lo studio privato pagando fino a 300 euro. Questa l’accusa che la dottoressa Guarino sta cercando di verificare.
Tutto nasce ad aprile, quando una donna di Atrani muore al Ruggi dopo un intervento di cisti ovarica. Scattò la denuncia con l’ipotesi di reato di omicidio colposo (quattro i professionisti iscritti sul registro degli indagati).
Durante le indagini, però, un reperto biologico viene incredibilmente perso. Era la parte di intestino che serviva per supportare l’esame autoptico e custodito nel reparto di Rianimazione. Non fu trovato e da lì, dopo molte testimonianze mediche che si sono susseguite in Procura a via Rafastia, spuntano le anomalie delle liste d’attesa.
Ieri l’altro epilogo sul filone degli incarichi medico-dirigenziali al reparto di Ginecologia assegnati «in modo anomalo», liste d’attesa dubbie e consulenze esterne da verificare. Toccherà agli uomini del comandante Ferrara ad accertare se sono state commesse irregolarità per incarichi e consulenze esterne