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Salerno: Fare impresa in Macedonia, opportunità per aziende salernitane

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Un paese piccolo, ma con grandi opportunità per le imprese salernitane: è la Macedonia, uno stato che è crocevia per l’Europa e l’Asia, con un alto potenziale per aumentare la competitività delle aziende italiane che possono ottenere incentivi eccellenti, manodopera di qualità (e, al tempo stesso, a basso costo) e una posizione centrale per i mercati del Vecchio Continente.

Proprio questa mattina il ministro degli Investimenti Esteri macedone Jerry Naumoff è stato in visita a Salerno, a palazzo Sant’Agostino, per incontrare il presidente della Provincia Giuseppe Canfora, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’assessore al Bilancio Roberto De Luca, il consigliere provinciale Giovanni Coscia. All’incontro-dibattito organizzato dal presidente dell’Associazione Imprese Italiane nel Mondo Giuseppe Funicelli, era presente anche l’ex ambasciatore in Macedonia Ernesto Massimo Bellelli, attuale Coordinatore della Direzione Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La Macedonia – ha spiegato il ministro Naumoff – è il primo stato ‘pro business’ in Europa, grazie alla sue ampie aree di libero commercio: ha una crescita del prodotto interno lordo del 4% all’anno e i margini di sviluppo della nostra economia sono ancora elevatissimi. Attualmente circa 200 aziende italiane hanno scelto di investire da noi, dove possono godere di dieci anni senza tassazione, e avere piena proprietà di società e terreni, e rimpatrio totale dei loro profitti.

Siamo il paese più giovane in Europa, il 41,2% della popolazione ha meno di trent’anni. Già ora, nelle nostre scuole, tutti gli alunni imparano l’inglese sin dall’asilo. In ogni villaggio, a partire dalla scuola di primo grado, tutti i bambini usano il computer e anche i tablet.Investiamo il 6% del Pil in istruzione: negli Usa è il 3,4%, in Germania l’1,1%”.

Il ministro Naumoff ha aggiunto:”Molteplici sono i vantaggi di investire in Macedonia:costi operativi più bassi d’Europa (costi di produzione ai livelli di Cina e India), manodopera qualificata e disponibilela tassazione più bassa in Europa (al 10%, perfino più basse, nell’area balcanica, di Serbia e Croazia, rispettivamente al 15 e 20%), nessun onere fiscale sugli utili reinvestiti, garanzie costituzionale a tutela degli investimenti,free zones per produzioni, finanza, medicina e turismo (la capitale Skopje è tra le prime cinquanta zone di libero commercio al mondo), ampia disponibilità di strutture commerciali, infrastrutture eccellenti e posizione strategica (due aeroporti internazionali, collegamenti con i porti internazionali a distanza di una-tre ore, nessuna barriera commerciale con Europa, Turchia e Ucraina), stabilità macroeconomica e politica”.

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