«Eh,ho capito e come devo fare?». «Non puoi fare una fuga?». «Eh..ma io la volevo fare la fuga veramente…». «Scusa ma tu sei grande che tieni a che vedere…Glielo dici: è s uccesso un imprevisto a casa di una mia amica ed ecco fatto… ma tanto a quest’ora non se ne accorge che stanno dormendo…».«No,quella (la madre, ndr) sta vicino al computer che strafacendo il solitario allora è chiaro che io me ne voglio scappare….Se mi riesco a muovere entro dieci minuti tifaccio un messaggio». «Jaa… ci facciamo una scopata veloce veloce…e lo sai che io ti tratto sempre bene». «Ok io quello volevo fare veramente». «Ti aspetto altri cinque minuti». L’uomo non molla. Dopo due ore invia un sms alla ragazza: «Dai vieni,l’ho preparato già». Conversazioni che lasciano trasparire come Barbone fosse disponibile a rifornirla di droga in cambio di sesso.
Tra i suoi clienti vi erano, ragazzi, professionisti salernitani ma anche abituali assuntori provenienti da varie zone della provincia di Salerno, in particolare da Polla così come è stato evidenziato dalle indagini effettuate dai carabinieri della compagnia di Battipaglia agli ordini del capitano Erich Fasolino e coordinate dalla Procura di Salerno. Indagini conclusesi nel blitz Italo scattato lunedì mattina e che ha portato all’emanazione di 62 misure di prevenzione 153 perquisizioni personali. Cinque i sodalizi criminali che sono stati smantellati. Uno di questi era attivo proprio a Salerno e faceva capo a Emanuele Borbone, questi spacciava sia nel quartiere di Pastena, nei pressi della rotatoria vicino alla tangenziale, a pochi passi da casa sua e a Fratte.
E poi l’aspetto inquietante dei pagamenti in natura. Martina, Federica, Raffaella, Veronica, Roberta, Ivana, Alessandra. Sono solo alcuni nomi delle ragazze che si riforniscono da Barbone. E ne fa parola con altri suoi sodali. «Compà, non venire ora, sta salendo: il tempo che me la c… e ti chiamo». E quando le ragazze hanno il denaro non perdono tempo a dirlo: «Stasera voglio due maglie (eroina e cocaina) e ti porto i soldi miei». Ma c’è anche un altro aspetto inquietante della faccenda. Ed emerge in un’altra intercettazione quando una delle ragazze era nei pressi dell’abitazione di Emanuele Barbone: «Sto con mia nipote, non posso salire». E lui: «Ma vieni non ti preoccupare: prendi l’ascensore, troverai la porta aperta».