“L’unica cosa importante per noi è riprendere a lavorare. Lo stabilimento può anche rimanere sotto sequestro proprio come avviene con una fonderia a Potenza, a soli cento chilometri da qui, che vive una analoga situazione. Li l’impianto è sequestrato ma gli operai lavorano sotto il controllo della magistratura. Potrebbe verificarsi la stessa cosa anche da noi”.
Lo dice il segretario Cgil Salerno, Anselmo Botte, all’indomani del no della Procura alla riapertura delle Fonderie Pisano, in via dei Greci a Salerno. “Non sappiamo – aggiunge – quali siano le motivazioni. La prossima settimana, da come dicono, potrebbe arrivare la decisione del gip. Frattanto aspettiamo ma ribadiamo che vogliamo solo che gli operai riprendano le attività”.
Intanto ribadito un ‘no’ forte alle Fonderie nel corso del consiglio monotematico alla Comunità Montana Tanagro- Alto e medio Sele, costituita da sedici comuni, dove ha partecipato anche il sindaco di Campagna (Salerno) Roberto Monaco. “Tutti all’unanimità, con senso di unità territoriale – ha spiegato il primo cittadino – hanno votato per il no alla delocalizzazione delle fonderie Pisano a Campagna e in tutta la Valle del Sele-Tanagro”.
Unanimità di maggioranza e opposizione si è registrata anche ieri sera quando si è concluso a Campagna il Consiglio comunale monotematico dove si è discusso, appunto, della delocalizzazione delle Fonderie nell’area dell’ex RDB. “Noi intraprenderemo e sosterremo – ha ribadito il sindaco Roberto Monaco – ogni azione necessaria in tutti gli enti competenti per materia al fine di scongiurare la delocalizzazione dello stabilimento. Sin da subito, – ha aggiunto Monaco – ho sottolineato con forza l’esclusione dell’ipotesi di accogliere questo impianto.
Non è un no di pregiudizio o un no allo sviluppo di un territorio, che invece, vanta vincoli ambientali e paesaggistici. Abbiamo messo su una programmazione rispettosa di queste caratteristiche, assecondando una vocazione che è per lo sviluppo, ma non è per l’industria pesante. Campagna esprime solidarietà per i lavoratori, ma se si trovano in questa condizione non è per colpa nostra. Noi, comunque, siamo per il no alle Fonderie e lo ribadiamo con chiarezza, senza se e senza ma”.
Intanto, il primo cittadino continua da alcuni giorni a fare la spola tra il Comune e il gazebo allestito nell’area dell’ex RDB dove sta incontrando i suoi concittadini. “Non ci fermeremo qui – assicura Monaco – e io non lascerò il mio presidio”.
Questi so numeri…..Dopo gli ennesimi controlli la magistratura conferma il sequestro e questi insistono nel riattivare l’impianto.
Propongo il TSO per Anselmo Botte.
Non sanno a che appendersi, se i comuni sopracitati non li vogliono devono solo emigrare all’estero..siccome chi doveva vigilare e tutelare gli operatori si è fatto un pisolino 30ennale adesso per non farsi prendere a calci sperano nell insperabile. Ma non temete a Salerno tutto è possibile..non si sa mai!
Cosa dovrebbe dire di fronte agli operai, il sindacato di Botte per lavarsi la faccia e scrollarsi le sue pesanti responsabilitá di dosso ?
Purtroppo per lui, gli operai stanno capendo che, la fabbrica, l Pisano ed i sindacati, la hanno condannata non ora ma, anni fa decidedendo di tirare a campare fino a quando si poteva ed ora, il monento é tristemente arrivato.
Altro tempo per aspettare una delocalizzazione che, giustamente, vorrebbero i lavoratori ma non i proprietari coperti dai sindacati ?
Tempo per allungare un’agonia e non risolvere comunque nulla se non l’erogazione di qualche altro stipendio ed il reiterarsi dei reati per cui la fabbrica é stata sequestrata ?
Davvero pensa questo botte che i lavoratori siano così ingenui da credergli ancora dopo questo disastro ??