Per quanto riguarda i reati di bracconaggio (articolo 30 della legge 157/92), nei quattro anni dal 2012 al 2015, in Campania sono 341 il numero di procedimenti contro noti, indagate 444 persone e aperti 163 procedimenti contro ignoti. A livello provinciale maglia nera alla provincia di Napoli con 117 procedimenti contro noti, 129 persone indagate e 58 procedimenti aperti contro ignoti. Segue Salerno con 92 procedimenti contro noti, 143 persone indagate e 26 procedimenti aperti contro ignoti. La provincia di Caserta registra 91 procedimenti contro noti, 120 persone indagate e 52 procedimenti aperti contro ignoti.
È quanto emerge da un approfondimento sul bracconaggio in Campania realizzato da Legambiente sulla base di due gruppi di dati: i primi relativi, alle sole infrazioni contro la fauna selvatica, ricevuti da tutte le Forze di Polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Corpi Forestali Regionali, Polizie Provinciali) per la stesura del Rapporto Ecomafia. Il secondo gruppo riguarda, invece, i dati degli ultimi quattro anni, sempre su base regionale e provinciale, trasmessi dalle Procure (Procure delle Repubbliche presso i Tribunali e Procure presso i Tribunali per i Minorenni) all’associazione nazionale LAV ai fini della redazione del Rapporto Zoomafia.
I dati, seppur incompleti in alcuni degli anni e/o delle province considerati, restituiscono nel complesso un quadro chiaro sul bracconaggio in Italia ed elementi utili per capire come pianificare e definire al meglio interventi ad hoc per contrastare questo odioso e illegale fenomeno. Così come per altre tipologie di infrazioni diffuse, anche in questo caso, le differenze tra le infrazioni commesse e quelle registrate possono variare, da territorio in territorio, da uno fino a tre ordini di grandezza superiori.
“Bracconaggio e commercio illegale di specie animali protette – dichiara Pasquale Raia, direttivo Legambiente Campania – sono alcuni dei reati più diffusi in Italia ai danni degli animali a testimonianza dell’ importanza e l’urgenza di un’efficace attenzione alla salvaguardia di questa componente essenziale della biodiversità, a partire dall’adeguamento della tutela legislativa, oggi ricadente solo tra i cosiddetti “reati minori”, dall’istituzione di una regia nazionale, dal rafforzamento della vigilanza, compresa la valorizzazione di quella volontaria, e dal coinvolgimento attivo dei differenti attori istituzionali territoriali per fermare i bracconieri e le illegalità ai danni della fauna.
Per questo chiediamo al Parlamento di introdurre nel codice penale i delitti contro la fauna, riprendendo il lavoro già fatto con emendamenti e ordini del giorno durante la discussione parlamentare della legge sugli “Ecoreati”, strumento indispensabile per consentire alle Forze di Polizia e alle Procure di raggiungere efficaci risultati nel loro quotidiano, difficile e preziosissimo lavoro di contrasto dell’illegalità.”