Questa posizione è stata espressa stamani dall’avvocatura erariale nella pubblica udienza dedicata alla legge Severino e svoltasi davanti alla Consulta chiamata per l’ennesima volta ad occuparsi dei profili di incerta interpretazione sollevati dal Tribunale di Napoli, ancora una volta sulla vicenda De Luca, e dalla corte di Appello di Bari sulla sospensione del consigliere regionale dem della Puglia Fabiano Amati dopo la condanna in primo grado a un anno e otto mesi per abuso d’ufficio e falso.
Questa sospensione è stata ‘congelata’ dalla Corte barese in attesa della Consulta. Non si sa se il verdetto arriverà in serata o nei prossimi giorni dal momento che la discussione delle cause in ruolo si sta protraendo nel pomeriggio ed è da poco ripresa. Se la Consulta dovesse invece ritenere che ci sia una disparità di trattamento tra parlamentari ‘nazionali’ e politici locali, potrebbero tornare in carica diversi amministratori locali sospesi prima della sentenza definitiva di condanna.
Ad avviso di Lorenzo Lentini, uno dei difensori di De Luca che ha contestato la disparità di trattamento, “la norma soffre di eccesso di delega” e “non c’è dubbio che la sospensione sia una misura afflittiva che sottrae al politico locale una quota del mandato elettorale ricevuto dal popolo pari alla durata della sospensione”. Di contrario avviso l’avvocato Giovanni Pellegrino del ‘Movimento Difesa del Cittadino’ che ritiene la sospensione “un meccanismo cautelare e non una sanzione”.
Il legale ha criticato en passant la Corte di Appello di Napoli che “ha brutalmente disapplicato la legge Severino nel caso di De Luca”, il governatore della Campania condannato e poi assolto dall’accusa di abuso di ufficio senza mai essere sospeso. L’Avvocato dello Stato Massimo Giannuzzi ha sottolineato l’insussistenza della disparità di trattamento “perchè si tratta di politici che hanno un diverso livello di rappresentanza, e questo anche dopo l’accresciuta importanza data agli enti locali dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione. Secondo Giannuzzi, i parlamentari sono una cosa diversa dagli amministratori locali dal momento che “l’Italia non è uno stato federale ma uno stato decentrato a forte autonomia”, e questo ‘giustifica’ la previsione di requisiti diversificati per far scattare le sanzioni della Severino. (ANSA).