Tutto dipende da come il trainer granata vorrà impostare la partita. Se Sannino volesse provare aggredire l’avversario sin dai primi minuti, ovviamente il 4-3-1-2 sarebbe la soluzione più adatta (con Busellato e Odjer certi del posto, uno tra Ronaldo e Della Rocca a completare il reparto e Rosina dietro Coda e Donnarumma). Nel caso in cui, invece, il tecnico di Ottaviano volesse dai suoi un approccio più “equilibrato”, ecco che allora la conferma dello schema utilizzato nelle ultime settimane (il sacrificato sarebbe uno dei centrocampisti) potrebbe fornire maggiori garanzie di tenuta e, allo stesso tempo, consentirebbe ai granata di mantenere immutato il tasso di pericolosità offensivo (Vitale avrebbe maggiore licenza di offendere, dalle fasce potrebbe arrivare qualche pallone in più per le punte).
Quale che sia il modulo iniziale, sarà fondamentale avere l’atteggiamento giusto, la voglia di arrivare primi sul pallone, di aiutarsi, di non mollare di un centimetro, di ragionare, la capacità di non farsi prendere dall’ossessione di cercare il gol o la soluzione personale a tutti i costi. La Salernitana deve affrontare il derby da squadra, compatta, grintosa, consapevole dei propri punti di forza (confidando anche in progressi da parte di un giocatore chiave come Rosina), perchè di fronte avrà una signora squadra, un gruppo plasmato da Baroni a sua immagine e somiglianza. Probabilmente sulla carta ci sono team più forti del Benevento, ma in questa fase i sanniti hanno una forza mentale, una convinzione nei propri mezzi che le altre non hanno e che Baroni è stato bravissimo ad alimentare.