L’esposizione promossa dall’Associazione CAFI, con il patrocinio della Provincia di Salerno e del Museo-Frac di Baronissi e curata da Massimo Bignardi, mira a riproporre il museo quale luogo di ‘accadimenti’, vin pratica laboratorio aperto ad una molteplicità di domande alle quali l’arte non vuole e ne può dare risposta: avvia, anzi, l’elaborazione di un sistema che si fa sollecitazione di nuove energie del pensiero e quindi della vita.
Quattro installazioni d’arte contemporanea posizionate in quattro sale della Pinacoteca che pongono una riflessione sull’ “opera” e sul “tempo”: la prima, nella quale sono in mostra le tavole e i dipinti del Quattrocento e Cinquecento salernitano, accoglierà 6 opere scultoree in terracotta ingobbiata dell’artista Giuseppe Di Muro sul tema della Vergine-Donna-Venere; nella seconda sala, ove sono presenti opere del Seicento e Settecento, troverà posto l’ installazione dell’artista Silvio D’Antonio dedicata all’artificio del sogno dell’arte, un omaggio al Grande vetro di Duchamp, proponendo quindi un percorso immaginifico tra esperienze dadaiste e concettuali.
Nella sala centrale che ospita dipinti settecenteschi sul tema del paesaggio e della natura morta, sarà allestita una grande installazione di Angelomichele Risi realizzata con materiali diversi e con una serie di dipinti e di specchi: il tema ruota sull’idea del riflesso quale processo di duplicazione dell’immagine, vale a dire prefigurata e vista, materia ed artificio visivo, frammenti di reale nei quali il soggetto, inteso come pubblico che occuperà lo spazio espositivo, sarà partecipe dell’azione creativa. Lo spettatore parteciperà con la sua immagine; ora proposta come duplice di una realtà virtuale, qual è lo specchio, ora come presenza effettiva, plastica che modifica lo spazio della composizione
Nelle penultime sale, quella che ospita la collezione di dipinti ottocenteschi e quella dedicata ai viaggiatori sulla Costa di Amalfi, trova spazio l’installazione di Giuseppe Rescigno, sul tema “la natura che s’interroga”: si tratta di un grande tavolo con ai lati scranni che recano i segni della natura. Al centro un albero che dialoga con la simbologia raffigurata sulle alzate dei singoli scranni.
«È un momento di riflessione sulla contemporaneità – evidenzia Bignardi – che si pone in relazione con la dimensione iconografica tipica del museo, sul suo farsi luogo di una visione che, partendo dal reale, dai soggetti raffigurati, andava e va a confluire in un mondo di pura astrazione. Dialogo, quindi, tra tempo e opera, tra la memoria che l’idea di museo evoca e il senso di effimero al quale inducono i linguaggi contemporanei».
Nel corso dell’esposizione saranno ospitati seminari ed incontri con gli studenti degli istituti della provincia di Salerno sui temi proposti da ciascun artista.
Accompagnerà la mostra un giornale che, unitamente al testo di presentazione, propone testi di poetica e brevi profili biografici degli artisti.
La mostra chiuderà il 20 novembre.
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