Era l’estate del 2014, quando il Pontefice di Roma dichiarò, credo per primo, che “una terza guerra mondiale” era “già iniziata” e che si stava e si sarebbe combattuta “a pezzetti, a capitoli”. Sempre nel 2014, il vecchio e saggio Henry Kissinger dava alle stampe un saggio sull’opportunità di costruire un nuovo ordine mondiale, questo il titolo emblematico dell’opera. Appena un mese fa, l’arcinoto politologo statunitense di origine indiana, Parag Khanna (https://en.wikipedia.org/wiki/Parag_Khanna), ha dato anch’egli alle stampe il terzo libro di una trilogia, dal titolo “Connectography-Le mappe del futuro ordine mondiale”.
L’opera rappresenta un’evidentissima chiave di lettura, a mio giudizio la chiave di lettura degli scenari religiosi e politici del passato ed economici del futuro, tutti però all’insegna di un unico paradigma, che l’Autore definisce connettività. Ovvero: “il nuovo meta-schema della nostra età. Come la libertà o il capitalismo”. Anzi, di più: “come destino”, ovvero la natura delle cose. Altrove nel libro, e qui in maniera semplificativa: “c’è una legge, che ha trasceso imperi e nazioni e ci serve quale miglior guida per il nostro futuro: la legge della domanda e dell’offerta”.
E’ un processo “evoluzionista”, per il quale senz’altro nel lungo periodo “i flussi hanno la meglio sugli attriti”. Nell’uno o nell’altro caso, è solo questione di tempo e “lo spazio politico (il modo in cui legalmente suddividiamo il globo) sta cedendo” (o cederà) “il passo alla sua organizzazione secondo lo spazio funzionale (il modo in cui lo usiamo)”.
In fondo, è sempre questa la speranza di cui il nostro futuro si nutre.
Angelo Giubileo vice direttore pensalibero.it