La battaglia tra il mancino del Brescia e il nuovo esterno di fascia granata (una bella intuizione del tecnico di Ottaviano) è stato uno dei temi dominanti del match. Improta, che aveva già avuto in avvio una buona occasione, neutralizzata da Minelli, ha avuto il suo bel da fare in fase di contenimento, visto che il suo dirimpettaio è giocatore di “gamba”, pronto a proporsi con costanza nella metà campo avversaria. E in effetti Coly in un paio di circostanze è riuscito anche a superare la guardia del fratello d’arte (prima di Riccardo, anche Umberto e Giancarlo hanno indossato la maglia della Salernitana). Poi, però, Improta ha preso le misure al coloured del Brescia e, alla lunga, ha vinto il duello.
Ma soprattutto ha vinto una sfida con se stesso. A luglio dello scorso anno, appena approdato al Cesena, l’attaccante napoletano ha riportato un gravissimo infortunio al ginocchio, che ha richiesto un intervento delicato e una dura riabilitazione. Improta è tornato ad allenarsi coi compagni in inverno, ma in buona sostanza non è mai stato utilizzato da Drago nel finale di campionato (se non per fugaci apparizioni). Una volta approdato in granata, ad agosto, Improta si è impegnato a fondo per recuperare il gap rispetto ai nuovi compagni di squadra e, ora che Sannino ha ridisegnato la sua Salernitana, ha affidato al genoano un ruolo che non aveva mai ricoperto prima in carriera.
Il puteolano, preferito a Laverone nelle ultime due gare, ci sta mettendo corsa, disponibilità al sacrificio, ma soprattutto tanta tanta voglia, anche se deve migliorare in fase di contenimento. Il settimo marcatore stagionale della squadra granata sta lavorando per imparare gli automatismi necessari per ricoprire al meglio il nuovo ruolo e per raggiungere una buona intesa coi compagni dei vari reparti. Il dato certo è che ha dato una bella risposta a chi temeva che non sarebbe più tornato quello in grado di incantare anche con la maglia dell’Under 21, uno dei giocatori più promettenti della classe ’93.