Rigettata la richiesta della costituzione parte civile di un’associazione dei consumatori e quella dell’ospedale Ruggi che aveva avanzato una provvisionale da 20mila euro da liquidare subito. E prima della conclusione delle indagini, metà degli imputati a gennaio scorso erano stati licenziati senza preavviso dall’ex manager Vincenzo Viggiani che aveva istituito una commissione ad hoc affidata all’ex Pm Silvio Perongini.
L’indagine nasce dall’esposto di Giuseppe Cicalese, sindacalista e dipendente del Ruggi, che aveva denunciato anomalie nel ricorso al lavoro straordinario ed episodi in cui il personale si allontanava dal posto di lavoro subito dopo aver timbrato il cartellino segnatempo, oppure dopo averlo fatto timbrare a colleghi compiacenti.
I finanzieri del Gruppo, coordinati dal colonnello Diego De Luca, avevano fatto montare telecamere nascoste sulla postazione marcatempo, riprendendo dipendenti che timbravano anche per gli altri e hanno poi seguito gli assenteisti, scoprendo che in orario di lavoro si allontanavano per fare la spesa, dedicarsi allo shopping, passeggiare sulla spiaggia. Per la pubblica accusa era una “costanza davvero rilevante con la quale le condotte illecite erano state poste in essere, nonostante il breve lasso temporale in cui gli indagati sono stati monitorati”.
Ieri la prima tranche dell’inchiesta è finita con 12 rinvii a giudizio, un’assoluzione e una prima condanna.