“Le iniziative di Coldiretti – spiega Masiello – sono state sempre rivolte ad una richiesta di trasparenza. In tutto, anche nel lavoro. Così come vogliamo che le materie prime utilizzate abbiano nome e cognome, allo stesso modo invochiamo rispetto per chi lavora in agricoltura. Se il futuro dell’agricoltura è la sostenibilità, come ha ribadito di recente a Caserta il commissario europeo Phil Hogan, occorre lavorare su tutto il sistema produttivo. I lavoratori, italiani e stranieri, che aiutano le nostre imprese a crescere e a stare sul mercato sono una risorsa indispensabile. Chi sfrutta il lavoro nero fa un danno a tutti: agli agricoltori che rispettano le regole, alle comunità locali, al sistema economico territoriale. Ecco perché proprio al Sud e in Campania questa norma ci aiuterà a combattere e superare un’immagine negativa. Eravamo pronti ad espellere i nostri soci, adesso possiamo informare e denunciare un reato. A tale proposito occorre responsabilizzare tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con un’equa distribuzione del valore”.
Il provvedimento prevede che ad essere colpiti dalle sanzioni sono sia il datore di lavoro che il caporale. Inoltre prevede l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità e l’arresto obbligatorio in flagranza di reato. Ma anche il rafforzamento dell’istituto della confisca dei beni così come avviene già con le organizzazioni criminali, oltre al controllo giudiziario sull’azienda senza interrompere l’attività agricola, La responsabilità per il reato è estesa anche alle persone giuridiche. Infine sono previsti indennizzi con l’estensione di un fondo “anti-tratta”, il potenziamento della rete del lavoro agricolo di qualità per il controllo e la prevenzione del lavoro nero in agricoltura.
Stamattina mi è capitato di percorrere l’Aversana da Eboli a Salerno e notavo centinaia di lavoratori agricoli intenti nelle loro attività nei campi………e pensavo quanti saranno regolarmente inquadrati a norma di legge? Perchè i vari organi istituzionali preposti ai controlli sul lavoro nero non si fanno una capatina più spesso nelle zone citate o questo sfruttamento umano è in parte tollerato? E se si perchè?