La confisca del patrimonio illecitamente accumulato è stato disposto dalla Corte di Appello di Salerno, su proposta della locale Procura della Repubblica, nell’ambito del procedimento di prevenzione antimafia instaurato a carico del menzionato LAMBERTI Domenico, al quale è stato contestato l’illecito arricchimento avvenuto contestualmente al periodo di appartenenza all’associazione camorristica denominata “Nuova famiglia”.
Al LAMBERTI, nel 2009, veniva inflitta la condanna definitiva dalla Corte di Cassazione ad anni 5 e 6 mesi di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso perché ritenuto: “ imprenditore astuto e capace di rapportarsi alla pari con personaggi di notevole spessore criminale (Alfieri e Galasso).. tanto da che veniva ammesso a partecipare alle riunioni riservate che si tenevano presso la masseria di Carmine Alfieri..tanto che….il contributo prestato si qualificava in termini di piena e consapevole adesione ad uno degli scopi principali dell’associazione criminale in parola, quello dell’accumulo di ricchezza provento di attività criminosa”
In forza del vincolo associativo, ben conosciuto nel contesto territoriale nel quale lo stesso operava, il LAMBERTI riusciva così, negli anni, ad incrementare il proprio patrimonio personale ed ad agevolare la propria espansione imprenditoriale nel settore della vendita all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti petroliferi.
Nel 2010, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, il Tribunale disponeva la confisca di parte del patrimonio accumulato negli anni da LAMBERTI Domenico e rigettava la misura di prevenzione personale perché, pur riconoscendogli una pericolosità sociale qualificata, riteneva non più sussistente il requisito dell’attualità, essendosi oramai disciolta l’associazione camorristica “Nuova Famiglia”.
Avverso a tale decisone, la Procura proponeva impugnazione presso la Corte di Appello che, con la sentenza eseguita in data odierna, decideva per la confisca di beni per un valore complessivo di circa 5.000.000,00 di euro.
Sono stati nello specifico confiscati: 5 unità immobiliari, 2 terreni e l’intero compendio aziendale di 6 società, operanti tra l’altro nel settore della vendita di prodotti petroliferi, nel cui attivo compaiono distributori di benzina e fabbricati.