E’ la storia di Angela, una signora di 60 anni che questa estate, cercando nella casa dei genitori ormai defunti, ha trovato poco meno di quaranta milioni di vecchie lire. Trentasette milioni per l’esattezza, e cioè quasi ventimila euro. Con quelle banconote ormai fuori corso la signora si è quindi presentata agli sportelli della Banca d’Italia per chiedere la conversione in euro ma lì le hanno detto che ormai era troppo tardi.
L’operazione, infatti, è stata respinta per scadenza dei termini: “Un’anomalia tutta italiana considerando che in circolazione ci sono ancora miliardi di lire che non possono più essere convertiti. In altri paesi europei come la Germania lo scambio è ancora consentito e non esiste alcun vincolo temporale”, hanno spiegato le avvocatesse Annalisa De Angelis e Sofia Navarretta che seguono il caso. Decisa a non arrendersi, la signora Angela ha portato Banca d’Italia davanti al giudice di pace.
“È vero che la Cassazione non si è mai pronunciata su questo argomento ma ha sempre ribadito, in altri casi, che il valore della prescrizione decorre da quando il soggetto è in grado di far valere il proprio diritto – hanno spiegato le avvocatesse – Come poteva la nostra assistita chiedere la conversione se non sapeva di essere in possesso di quella cifra? Se è stato stabilito un termine decennale per il cambio lira euro, in questo caso, i dieci anni dovrebbero partire al momento del ritrovamento, quindi da giugno 2016”.
Lo scontro con Bankitalia potrebbe creare un precedente – Come si legge su Repubblica, lo scorso luglio è stata quindi presentata una diffida contro l’istituto bancario e qualche giorno fa un decreto ingiuntivo al giudice di pace di Genova. Il caso della sessantenne genovese non è raro: come ricordato dalle stesse legali, sono diverse le storie di quanti ritrovano vecchie banconote in casa, spesso proprio dopo la morte dei legittimi proprietari, e che non possono più cambiarle. Per questo, il caso sollevato a Genova potrebbe riaprire le speranze per molte altre persone con storie simili.
“In circolazione c’è ancora un vero e proprio tesoretto che rischia di trasformarsi in carta straccia. Perché non dare la possibilità ai cittadini di convertire un bene di loro proprietà?”, è quanto chiedono le avvocatesse. La sentenza del giudice di pace è attesa entro fine anno e nel caso di esito positivo si aprirebbe un precedente.
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