Appennini scivolano a mare. Terremoto, sono gli Appennini che scivolano a mare, che si abbassano verso il Mar Tirreno, mentre tutta la dorsale montuosa viene piegata e spinta verso l’Adriatico (mare che tra qualche milioni di anni si chiuderà sotto la pressione della placca africana che appunto sospinge verso nord est quella europea). Due mesi fa, ad agosto, l’abbassamento registrato nelle zone del sisma di Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto era stato di circa 20 centimetri. Stavolta si attendono ancora misurazioni ma lo scalino deve essere più o meno delle stesse dimensioni.
Terremoto due mesi praticamente esatti dopo il terremoto. E’ lo stesso che non finisce più? Non è lo stesso, è un’altra faglia che si è messa in moto. Ma l’effetto combinato è quello di un terremoto infinito, che non finisce in quella cerniera montuosa tra Umbria, Marche e Lazio. Cerniera instabile che scivola giù e porta con sé nello scivolare frane, costoni, paesi, strade, case. Continuerà, non solo con le scosse di assestamento che saranno migliaia come sempre (per fortuna solo decine su migliaia quelle avvertibili). Continuerà perché il terremoto della notte tra il 26 e il 27 ottobre è stata solo una pagina nel libro dell’attività tellurica degli Appennini.