Poi, però, qualche puntualizzazione sull’inchiesta che lo vede coinvolto per piazza della Libertà, ha voluto farla: «Siamo il paese delle corporazioni, stanno bene soltanto alcune categorie come i ladri professionali e i fannulloni. Loro non fanno niente e quindi non avranno mai un avviso di garanzia.
In questo paese sta male solo la categoria degli uomini liberi, coloro che non vogliono padrini e padroni». L’ex sindaco di Salerno ha poi parlato di una «impossibile» trasformazione urbana nel nostro paese.
«Provate a realizzare una piazza, ad approvare una variante che vi viene proposta da un responsabile di un procedimento per un problema geologico, non c’è raffronto tra Napoli o Salerno e Barcellona, Marsiglia, Valencia. In questo paese non si è in grado di avviare un programma di trasformazione urbana avendo tempi certi. Non avendo impostato in maniera autoritaria il programma ma dopo averlo sottoposto ai cittadini in campagna elettorale. Dopo passaggi in Tar e in Consigli di stato, ti ritrovi dopo sette anni con una prescrizione del Consiglio di stato che ti dice che rispetto a un investimento che produce duemila posti di lavoro si deve abbassare un cornicione di pochi centimetri».
Oggi De Luca doveva essere ospite della trasmissione di Lucia Annunziata “In 1/2 ora”, in onda alle 14.30 su Rai3. La trasmissione si è occupata del terremoto che ha interessato il centro Italia con approfondimenti e collegamenti e dunque è saltato l’appuntamento con il Governatore della Campania.
De Luca ha parlato anche del Referendum: “L’alternativa a questa riforma è il nulla. Per quanto limitata possa essere è sempre il frutto di due anni di lavoro. Se c’è una parte del Paese che ha più bisogno di questa riforma – ha proseguito De Luca – questa è il Sud” evidenziando che negli ultimi anni “a causa della palude burocratica” centinaia di migliaia di giovani, “le menti migliori e non solo, più operai e contadini sono stati costretti ad andare via”.
Se non passa il referendum “è in discussione la tenuta democratica nel nostro Paese”. Ne è convinto il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. Parlando ad un incontro che si è svolto a Napoli, De Luca ha evidenziato il nostro Paese ha “problemi delle stesse dimensioni che ha avuto nel dopoguerra con la ricostruzione”. L’Italia ha ricordato De Luca “ha perso il 25 per cento dell’apparato industriale” e per dare una spinta “bisogna rompere la palude burocratica” e lo si può fare solo con procedure più snelle.