L’incontro nasce dalla consapevolezza dell’importanza che l’approfondimento del testo sacro è fondamentale e necessario per la conoscenza del proprio credo religioso ed è prerogativa della comunità ebraica essere portatori della Parola di Dio, così come si legge nel paragrafo 40 del documento redatto dalla commissione vaticana per i rapporti con l’ebraismo: “I cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo anche davanti agli ebrei; devono farlo però con umiltà e sensibilità, riconoscendo che gli ebrei sono portatori della Parola di Dio”.
È proprio la Sacra Scrittura al centro di questo importante momento formativo con il rabbino di Segni a cui è affidato il compito di dare una lettura esegetica secondo la scuola ebraica del capitolo 3 dell’Esodo. In questo passo della Scrittura si narra di Mosè che mentre pascola il gregge sul monte Oreb vede un roveto ardente che mai si brucia ed è lì che Dio si rivela, si preoccupa della sofferenza del suo popolo avendone ascoltato il grido di dolore. Dio, inoltre, comunica a Mosè il suo nome rappresentato dalle quattro consonanti che costituiscono il sacro tetragramma, impronunciabile per gli ebrei, che ha assunto nel corso del tempo diverse interpretazioni. Grazie all’autorevole e profonda conoscenza della scuola rabbinica di Rav Di Segni si vuol cercare di capire qual è la corretta traduzione ebraica del tetragramma.
La presenza del rabbino capo di Roma nella comunità parrocchiale di Raito ha anche una seconda finalità che va inquadrata in un contesto di dialogo interreligioso, tema che sta molto a cuore al giovane parroco da sempre studioso di altre culture e religioni. L’incontro con l’ebraismo si sussegue al momento di preghiera con l’islam avvenuto nello scorso mese di febbraio presso la chiesa di S. Maria delle Grazie, parrocchia in cui don Ciro svolge il suo ministero. L’appuntamento del 10 novembre si rivela, quindi, essere un momento di cultura, crescita, fratellanza e occasione concreta di amicizia e condivisione con gli ebrei in un periodo storico in cui le differenze religiose sono viste erroneamente come portatrici di violenza e disprezzo.
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