Nell’intervista realizzata da Carlo Pecoraro Piero De Luca, Referendario presso la Corte di giustizia dell’Unione europea e coordinatore scientifico del comitato regionale “Basta un sì” dice: «La riforma costituzionale rappresenta un’occasione unica – attesa purtroppo da decenni e mai realizzata – per rendere più efficiente l’apparato istituzionale e legislativo del nostro Paese. È l’ultimo treno per consentire all’Italia di tornare ad attrarre imprenditori italiani e stranieri e per mettere le nostre istituzioni in condizione di dare risposte rapide e concrete alle drammatiche emergenze sui temi del lavoro, degli investimenti e dello sviluppo manifestate da tanti cittadini in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno.
Tutti noi ci troviamo a lottare ogni giorno contro i vincoli della burocrazia e l’incrostazione delle miriadi di regole che ostacolano invece di agevolare le migliori energie che l’Italia ha da offrire e mettere in campo. La riforma crea le condizioni per porre rimedio a tali limiti. Pertanto, pur non mitizzandola e rispettando le posizioni diverse, credo che questa riforma consentirà davvero al Paese di fare un passo avanti importante».
Sui punti di forza della riforma dice: «La riforma consentirà di semplificare ed accelerare i tempi di approvazione delle leggi di conferire stabilità agli Esecutivi al quale darà la fiducia la sola Camera, evitando la deplorevole prassi di governi tecnici, balneari o di scopo, che nascono già delegittimati in ambito nazionale ed internazionale) di risparmiare sui costi della politica (circa 500 milioni di euro annui).
Come vede, si tratta di temi concreti, privi di connotazione politica, che mirano a creare le “condizioni di sistema” perché l’Italia si rilanci e si metta al passo con Stati, quali ad esempio la Germania, che, con spirito pragmatico e senza dibattiti ideologici, hanno avuto il coraggio di modificare le norme costituzionali obsolete per non perdere terreno nella competizione globale. Basti pensare che, secondo uno studio di Confindustria, la riforma potrebbe avere un impatto sull’economia italiana in tre anni (2017 – 2019) di 4 punti percentuale di Pil (Prodotto interno lordo), 17 punti percentuale di investimenti e quasi 600mila unità di lavoro. Il referendum propone il superamento del bicameralismo e modifica la composizione, le funzioni e i poteri del Senato».
Ferdinando Argentino coordinatore del comitato salernitano per la democrazia costituente storico segretario generale della Cgil di Salerno dice: «Siamo chiamati a difendere la Costituzione, la nostra Bibbia laica, tessuto connettivo della convivenza politica, sociale, civile del Paese, compromesso alto tra grandi culture, tra socialisti, liberali, comunisti e democristiani. Sulle modifiche costituzionali e sulla legge elettorale, invece, assistiamo alla sostituzione del confronto e del dialogo con un decisionismo arrogante.
La nostra Costituzione è sottoposta a una torsione autoritaria: l’esercizio del potere va concentrandosi in ristrette oligarchie, si svuotano progressivamente le sedi della democrazia, le istituzioni evidenziano il loro deficit di rappresentatività, allontanandosi dai cittadini. Le modifiche istituzionali si combinano con una pessima legge elettorale, prefigurando meccanismi istituzionali che, senza contrappesi, consegnano di fatto ad una minoranza parlamentare perfino l’elezione del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale. Si segna il passaggio da una democrazia rappresentativa ad una democrazia dell’investitura».
I punti che non convincono Argentino: «Gli istituti di democrazia diretta vengono penalizzati: per i disegni di legge di iniziativa popolare le firme necessarie da 50 mila si triplicano; si abbassa il quorum di validità per i referendum abrogativi ma vengono richieste ben 800 mila firme. Il Senato viene designato dai consigli regionali e non più eletto dai cittadini.
Certo, viene previsto il principio della proporzionalità, ma il rispetto di questo principio è impossibile: a 10 Regioni spettano 2 seggi, uno è riservato a un sindaco e con un solo consigliere senatore come si fa a rispettare la volontà degli elettori e il principio di proporzionalità? Ricordo che la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Porcellum, le liste bloccate e il premio di maggioranza senza soglia, assegnato alla minoranza politica più forte e, tuttavia, l’Italicum riproduce le storture del Porcellum: la Camera viene eletta mortificando la libertà di voto dei cittadini e i principi democratici.
L’Italicum, infatti, assegna un premio di maggioranza (340 seggi) abnorme in relazione ai voti ottenuti; definisce i capilista nominati e la possibilità di candidarsi in 10 collegi. Si concentra il potere delle mani del “capo” del Partito che decide la scelta dei parlamentari. Ed è paradossale che lo Statuto delle opposizioni venga votato dalla maggioranza eletta con l’Italicum. Una vera perla»
Fonte La Città