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Sannino non si tocca, ma ora il Mister deve riuscire a svoltare

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A Salerno il mese di novembre coincide da qualche anno a questa parte con l’accensione delle luci e con gli allenatori sulla graticola. Luci della ribalta negativa per i mister che si sono avvicendati sulla panchina della Salernitana. Andò bene solo al primo Menichini che riuscì a restare per tutta la durata della stagione ed a condurre la nave in porto. Un nome, quello di Menichini, ritornato prepotentemente d’attualità perchè era stato proprio Lotito, a margine della partita pareggiata con l’Entella a dire che certe partite, mezze e mezze, Menichini le vinceva rispolverando nel contempo un altro cavallo di battaglia: “meglio un generale fortunato che bravo”.



Indizi che farebbero pensare ad un ribaltone imminente perchè se una squadra gioca bene, sfiora il gol ripetutamente ma non riesce a vincere c’è bisogno di cambiare qualcosa a cominciare dal manico. Ed invece la società conferma l’allenatore. Nessun processo, nessun ribaltone ma analisi dettagliata di cosa non funziona in questa Salernitana. E’ solo una questione di buona e cattiva sorte o c’è dell’altro? Sicuramente Sannino non è stato aiutato dalla dea bendata nelle prime 13 partite di campionato che relegano la squadra granata nei bassi fondi e peggio messa rispetto a quella di Torrente.

La sensazione è che questa squadra debba ritrovare se stessa. Sannino le ha provate tutte tranne una: far giocare Coda e Donnarumma senza Rosina in campo e consegnando le chiavi del centrocampo a Ronaldo. A questo punto non sarebbe tanto sbagliato concedere un turno di stop al fantasista per farlo rifiatare ma anche per evitare di accentrare sempre e comunque tutto attorno a questo giocatore che da valore aggiunto non può trasformarsi in boomerang sia nella gestione degli equilibri in campo che nello spogliatoio.

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