Se in Italia si discute del caso dei video di Tiziana Cantone, suicidatasi a Napoli per la vergogna di sapere sue clip “private” condivise e diffuse in Rete. In quel caso il Tribunale di Napoli ha decretato che il social network avrebbe dovuto cancellare gli insulti alla ragazza. Insomma: ha decretato che Facebook non può lavarsi le mani.
La mossa di Facebook
A stupire è il fatto che se per la Cantone la creatura di Zuckerber è rimasta inerme, per proteggere i diritti d’autore di cantanti e musicisti si è mossa eccome. Il team infatti ha iniziato a cancellare tutti quei gruppi che condividono link per scaricare illegalmente brani musicali. Secondo Torrentfreak, infatti, negli ultimi giorni sono spariti dai social almeno nove gruppi simili in cui venivano condivisi i link per Dropbox carichi di musica illegale.
La multa da 7mila euro
La mossa di Zuckerberg in realtà non è esattamente “volontaria”. In Belgio infatti l’associazione anti-pirateria olandese Brein aveva chiesto e segnalato al colosso americano questi gruppi, indicando che violano le regole del social che riporta “la pubblicazione, in coscienza, di link a documenti violati è essa stessa una violazione”. Condividere link simili può costare peraltro molto caro: Brein nel passato denunciò un gruppo Facebook per lo stesso motivo e il responsabile venne condannato a risarcire con 7mila euro l’associazione.
Intervistato da Repubblica, il presidente della Federazione industria musicale italiana Enzo Mazza ha detto la sua: “Facebook sta cominciando ad ascoltare le richieste delle associazioni del copyright, dopo che ha passato anni a ignorarle, in particolare in Italia. E’ un piccolo passo. E anche Google dovrebbe fare di più per rimuovere i link pirata dal motore. L’altro nuovo fronte di battaglia è il ripping da Youtube. Degli 8,2 milioni di utenti che fanno pirateria musicale, 3,2 milioni lo fa con ripping dello streaming di Youtube”.