Quando aiutò a diffondere la quadrantectomia negli anni ’70 dimostrò che c’era un altro modo per aiutare nella malattia le donne colpite dal tumore al seno.
Il mondo della ricerca e non solo deve dire addio a Umberto Veronesi.
Considerato un luminare a livello internazionale è stato il primo italiano a presiedere l’Unione internazionale di oncologia ha fondato la Scuola europea di oncologia (Eso) nel 1982. Negli anni ’80 fu presidente dell’Organizzazione europea per le ricerche sui tumori e della Federation of european cancer societies. Nel 2012 in una intervista a Panorama alla domanda se temesse la morte rispose: “No, la morte non mi fa paura.
Quando ero soldato sono saltato su una mina e, in barba a tutte le statistiche, sono sopravvissuto. Ho passato mesi in ospedale, subito diversi interventi ma alla fine sono sopravvissuto e anche in buona salute. Questo ha cambiato la mia vita, perché da quel momento ogni giorno vissuto è stato un giorno rubato a quello che sembrava un destino inevitabile. Quest’esperienza mi ha dato forza, ottimismo, serenità e soprattutto un’assoluta mancanza di paura della morte”. Vegetariano da anni in una intervista a La Stampa spiegò: “Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, ma è provato che frutta, verdura e cereali contengono tutti gli elementi per mantenerci sani”.
“Addio a Umberto Veronesi, grande scienziato uomo di valore, che ha insegnato alle donne come vincere e difendersi dal cancro. Un abbraccio affettuoso ai suoi cari”. Così in un tweet il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
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