“Si fa fatica – rimarca il governatore – ad intravedere elementi di entusiasmo collettivo, sulla convinzione di una possibilità di ripresa del nostro Paese. Si ha la sensazione, invece, di un Paese incatenato, bloccato che non riesce a darsi uno slancio necessario. Nel Sud, poi, abbiamo registrato una drammatica emigrazione, abbiamo avuto quasi un dimezzamento negli investimenti nell’edilizia, per non parlare dei tassi di disoccupazione giovanile che sfiorano il 52% in Campania. Con queste criticità si può reggere un anno, poi alla lunga, ci saranno esplosioni o di autoritarismo o frantumazione sociale che non riesci più a governare.
Bisogna ricostruire il Paese, proprio come avvenuto nel dopoguerra. Abbiamo conosciuto cose interessanti come il jobs act ma il contesto generale rimane pesante”. Secondo De Luca “paghiamo limiti strutturali che ha l’Italia nei confronti dei nostri competitori, abbiamo un debito pubblico pesantissimo e continuiamo ad avere un grande dualismo tra Nord e Sud. Dunque l’Italia è bloccata per tutte queste questioni ma soprattutto per la palude burocratica, amministrativa e legislativa che è la vera paralisi del nostro Paese.
Qui non si può fare, non si può investire, non si può fare ricerca, non ci si può dedicare alla trasformazione urbana. La palude burocratica – amministrativa è il principale intoppo allo sviluppo del Paese. Per sburocratizzare, ad esempio, faremo una nuova legge per i consorzi Asi, così non servono e possono essere sciolti. In Italia – aggiunge De Luca parlando anche della sua esperienza in merito alla trasformazione della città di Salerno – esistono comitati per la protezione della cinciallegra e del platano, non si pensa alla vera trasformazione urbana. Basta un ricorso di un sedicente comitato che tutto si blocca.
L’Italia, con queste condizioni, non può sopravvivere. Se la sfida del referendum non va come deve andare non si sburocratizzerà il Paese, così come rimarrà irrisolto il problema del rapporto tra istituzioni e sistema giudiziario, con il permanere della frantumazione dei poteri”.
Referendum: Boccia, ci auguriamo prevalga il sì. “Noi siamo equidistanti dai partiti, ma non della politica. Su alcune questioni abbiamo preso una posizione molto chiara, come sul referendum. Ci auguriamo che prevalga il sì nell’interesse della modernità del Paese. Le questioni interne ai partiti le lasciamo ai partiti”. Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo al teatro Verdi di Salerno, a margine dell’assemblea pubblica di Confindustria Salerno, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto se vi fosse preoccupazione tra gli industriali sulla spaccatura interna al Pd.