L’esigenza di difendere i posti di lavoro minacciati da una globalizzazione incontrollata che ha spostato la ricchezza dall’economia reale all’economia finanziaria. L’esigenza di preservare certi tratti identitari rispetto all’immigrazione parimenti incontrollata. L’esigenza di una politica estera realistica rispetto alla diplomazia delle buone intenzioni.
Che queste esigenze si appuntino su una personalità per certi aspetti discutibile, significa poco. Quella personalità ha avuto il merito d’intercettare il sentimento profondo della maggioranza degli elettori contro il parere dei commentatori e soprattutto del suo partito di provenienza. E’ la vittoria del candidato prima che la vittoria del partito, che dovrà ora misurarsi con la nuova situazione.
Ci vorrà tempo per valutare gli effetti lunghi del voto americano. Nell’immediato, accanto alla sorpresa, bisogna considerare che la voglia di nuovo non sempre va in senso progressista o liberal, può prendere strade diverse: non ideologiche ma pragmatiche fino al semplicismo.
di Cosimo Risi