Il caso risale al 1976, quando la famiglia Tarcinale, ora rappresentata dagli eredi del capostipite Luigi, impugnò la delibera di abbattimento: l’esecuzione di quel provvedimento, con la distruzione del fabbricato dove insisteva l’appartamento in questione, è stata dichiarata legittima fino in Cassazione.
La questione decisa in primo grado dal dott. Fortunato, a termine dell’iter processuale seguito, per conto dei tarcinale, dall’avv. Lina Mastia di Battipaglia, riguarda il diritto di proprietà, fatto valere dal proprietario che ha ottenuto il riconoscimento dal Tribunale salernitano. In particolare, il giudice ha disposto la restituzione della quota ideale dell’area sottostante all’originaria ubicazione della casa, che pur non esistendo non estingue i diritto dei vecchi proprietari.
Il Comune – come si legge su Metropolis – è stato condannato alla restituzione della “privata proprietà”, non essendo riuscito a provare il suo acquisto per usucapione. Così il Tribunale ha disposto la restituzione della quota ideale, con al successiva quantificazione tecnicamente descritta come “area di sedime”.