“Non voglio morire ma so che morirò”, aveva scritto la giovane al tribunale, “Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche tra 100 anni. Non voglio essere sotterrata. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo è il mio desiderio”.
La sentenza era stata emessa a ottobre, poco prima che la 14enne morisse, ma è stata resa nota solo ora che il corpo è stato trasferito negli Stati Uniti e congelato dall’azienda più famosa nel campo della criogenesi, l’americana Alcor. Un’operazione costata alla famiglia 37mila sterline e a cui si era inizialmente opposto il padre della ragazza (i cui genitori sono divorziati). Le prime ibernazioni umane risalgono agli anni Sessanta e da allora, secondo il Guardian, solo un centinaio di persone si sarebbero affidate a questa tecnica.
Commenta