E’ l’ultimo atto di un botta e risposta a mezzo di dichiarazioni tra il Governatore De Luca ed il Movimento 5 Stelle. Ad aprire il fuoco delle polemiche il deputato M5s Luigi Di Maio che attacca: “Vincenzo De Luca in un paese civile sarebbe in galea; Renzi prova invece a nominarlo Commissario straordinario alla sanità della Campania. Questo sistema clientelare avrà di effetti sul voto referendario, per questo chiediamo l’interevento dell’Osce. Il Pd non sta raccogliendo voti a favore del referendum entrando nel merito della riforma ma incitando al voto di scambio”.
A mezzo tweet la replica di De Luca: “In un paese civile a Luigino Di Maio toglierebbero i 13mila euro di stipendio e lo manderebbero a comprarsi la merendina”. Così il governatore campano Vincenzo De Luca replica, via twitter, al deputato M5s Luigi Di Maio che ha sostenuto: “De Luca in un paese civile sarebbe in galera”.
Ad accendere la questione non solo il Referendum ma anche la notizia dell’ emendamento Pd in manovra che abroga il divieto a ricoprire il ruolo di commissario sanitario ai presidenti di Regione
M5S che sull’argomento annuncia un esposto alla magistratura in Campania e un ricorso in Commissione Antimafia. La consigliera regionale M5S Valeria Ciarambino denuncerà la vicenda ai magistrati mentre ha pronta, in attesa di 4 firme, una mozione di sfiducia. Intanto il vicepresidente della commissione Antimafia, Luigi Gaetti, chiederà alla Commissione Antimafia di acquisire il sonoro delle parole di De Luca.
Alessandro Di Battista commenta così le dichiarazioni di Matteo Renzi sull’intervento pronunciato martedì scorso a Napoli dal governatore della Campania nel corso di una incontro elettorale con gli amministratori del Pd: “É drammatico che il presidente del Consiglio, invece di condannare le parole mafiose e l’atteggiamento pseudo mafioso di De Luca, abbia sostanzialmente detto ‘fate come lui’ che intanto porta avanti il Pil ed ha chiuso il caso a tarallucci e vino e con una pacca sulle spalle. ”
A Di Battista replica Il parlamentare del Pd Luigi Famiglietti difende il governatore Vincenzo De Luca dall’accusa di “mafiosità”. Famiglietti, a margine dell’incontro con gli imprenditori schierati per il sì svoltosi nel Circolo della Stampa, ricorda all’esponente del Movimento, “la foto di Di Maio con personaggi equivoci riconducibili al mondo della malavita napoletana. Dunque – ha concluso Famiglietti – non è opportuno per nessuno esasperare così tanto i toni, fino a dare del camorrista al presidente della Regione Campania. Stiamo andando veramente oltre il limite della decenza”.
Infine De Luca chiosa: “In questo momento sono vincolato al voto del silenzio. Non posso rispondere neanche a osservazioni che potrebbero avere significati mitico allegorici. Poi ognuno di noi ha in tasca un oggettino di corallo rosso che è contro la ragione portarlo, ma contro la prudenza non portarlo”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel suo intervento dal palco al convegno sui bandi per i fondi europei ai liberi professionisti che si è svolto a Napoli.
“L’Italia – ha aggiunto – è quella del non fare, si può buttare il sangue per fare un progetto che costa anni di fatica. Basta una battuta e si avranno pagine di giornale. A me viene la depressione perché penso a come si lavora negli altri Paesi, a quante energie di dedicano a cose concrete e quanto siano cancellate da vita pubblica imbecillità che non servono a niente. Non è un caso che anche la natura sottolinei questa caratteristica: solo noi in Europa abbiamo due vulcani attivi, l’Etna e il Vesuvio, perché siamo i più grandi produttori di fumo al mondo”.
Il presidente del Pd, Matteo Orfini, partecipando ad un confronto con Ciriaco De Mita replica alle dichiarazioni di Alessandro Di Battista sul governatore della Campania Vincenzo De Luca: “I rappresentanti del M5s sembrano troppo nervosi. Il loro solito coro di insulti ha uno scopo preciso: distogliere l’attenzione dalle gravi difficoltà che stanno affrontando. A preoccupare il M5S è l’inchiesta sulle firme false in Sicilia e in altre città dove si sta ponendo lo stesso problema. Prima di gridare allo scandalo, pensino ai loro scheletri nell’armadio”.
Di Maio dal blog di Beppe Grillo continua a ‘battibeccare’ con il governatore campano con il quale oggi sono proseguiti i messaggi al vetriolo. “Proponi la tua con l’hashtag #InUnPaeseCivileDeLuca, gli daremo qualche idea per quando anche lui se ne andrà a casa. In rete a seguito di un tweet infantile di De Luca si è scatenato un gioco: indovinare che fine farebbe in un Paese civile uno come lui che vive di politica da 40 anni. In un Paese civile i politici prenderebbero metà di quello che prendono ora come fanno solo i portavoce del M5S; qualsiasi cosa di somigliante al voto di scambio sarebbe sulle prime pagine di tutti i giornali e prima notizia nei Tg e chi incita all’uccisione dell’avversario politico, come ha fatto De Luca, sarebbe bandito dalla vita pubblica” scrive il deputato che oggi in conferenza stampa aveva detto dell’esponente Pd: “in un paese civile sarebbe in galera”. Di rimando, De Luca gli ha risposto via twitter: “In un paese civile a Luigino Di Maio toglierebbero i 13 mila euro di stipendio e lo manderebbero a comprarsi la merendina”.