Delle porte aperte, dell’altro che entrava. Senza portar niente con sé.
Eppure avrei voluto.
L’altro.
Aggiungeva una parola.
Una mano sulla spalla.
Un filo da avvolgere.
Un vassoio di cose buone.
Senza sale. Perché faceva male.
Facevano male la distanza, le frasi di circostanza.
“Brava”
“Coraggio”
“Dio ti ricompenserà”
Sono spille che ho conservato.
Che ho cucito sulla pelle, per ridere di me.
Vorrei dirti che è servito.
Ma c’era sempre la mancanza: di un giorno non speso, della spesa non fatta, di una misfatta a metà per alleggerire i ricordi.
Mancava anche far qualche cazzata.
Eh già!
Il senso del dovere.
E tutto quel patire per forgiar oro e dar valore al sentire che poi tutto sarebbe ritornato più bello, con più sole.
Eccome…
Vorrei dirti che l’Amore può ogni cosa ma è umano. Si torce e contorce di rabbia e poi stupore.
Che la rabbia è pur servita anche se costava cara.
È servita per non mollare.
Per gridare più forte.
Perché tutto si inabbissava e mi portava giù ma ero viva. Viva!
E son salita con tutte quelle spille e mille colpe al cuore. Non colpi.
Colpe.
Salita. Fino ad arrivare ad una finestra.
E godermi quel che resta: me
Fatima Mutarelli
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Fb: Fatima Mutarelli (ragazza alla finestra)