assoluto, una campagna di aggressione mediatica inaudita. Si ha paura del voto in Campania, che oggi come alle Regionali, è politicamente decisivo. Allora, i promotori di quella campagna si sono coperti alla fine di vergogna e noi abbiamo camminato a testa alta. Così succederà anche oggi. A chi alza polveroni per nascondersi, riproporremo le domande scomode che cercano di evitare. Luigino Di Maio restituisca i 13mila euro al mese che percepisce e i 110mila euro di “spese elettorali”.
Rispondano i Cinque Stelle sull’illegalità vera (firme false a Palermo e Bologna). Dicano perché, da quando volevano cambiare il mondo, si sono ridotti a difendere la palude burocratica dell’Italia così com’è. Rinnovo la mia sfida a Di Maio a un dibattito pubblico, in diretta, sui temi della legalità e della trasparenza, oltre che su quelli referendari. C’è una sola questione in campo oggi in Italia; una sola domanda cui rispondere: si vuole superare il bicameralismo perfetto e la palude burocratica? Si o no? Fino al 4 dicembre, ogni discorso dovrà partire e concludersi su questa domanda. Tutto il resto è un diversivo”.