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Il decreto fiscale è Legge: ecco cosa cambia per gli italiani

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Sì definitivo del Senato alla legge di conversione del Decreto fiscale che contiene la rottamazione delle cartelle esattoriali, l’addio a Equitalia, la voluntary disclosure bis, l’abolizione degli studi di settore, nuovi adempimenti per le partite IVA: il governo aveva posto la questione di fiducia sullo stesso testo già passato alla Camera, Palazzo Madama ha approvato con 162 voti favorevoli, 86 voti contrari e un astenuto. Ricordiamo brevemente quali sono le principali misure della legge di conversione del Dl 193/2016.

Queste le principali misure illustrate da Agi.it:

    1. Addio Equitalia: Equitalia viene abolita (rimane solo Equitalia Giustizia) e le sue funzioni passano all’Agenzia delle entrate – Riscossione, ente strumentale dell’Agenzia delle entrate sottoposto al ministero dell’Economia. L’ad diventa commissario straordinario per gestire la fase di transizione. Il personale viene trasferito al nuovo ente: non ci sarà una nuova selezione ma una ricognizione delle competenze possedute. La nuova agenzia potrà svolgere attività di riscossione anche per i Comuni e utilizzare le banche dati per i controlli, tra cui quella dell’Inps.



  1. Rottamazione cartelle, inclusi debito 2016: Via sanzioni e interessi di mora per i carichi Equitalia: si pagheranno solo le somme iscritte a ruolo a titolo di capitale, nonché gli interessi legali e di remunerazione. Passano da 4 a 5 le rate previste dalla ‘rottamazione delle cartelle’: tre nel 2017 e due nel 2018. Inclusi i ruoli emessi fino a tutto il 2016. Il termine per la presentazione delle istanze slitta a fine marzo 2017; la risposta di Equitalia arrivera’ il 31 maggio. Il 70% delle somme dovute dovrà essere versato nel 2017 e il restante 30% nel 2018. Per il 2017 la scadenza delle rate è fissata nei mesi di luglio, settembre e novembre e per il 2018 nei mesi di aprile e settembre. Con l’estensione ai debiti 2016 il governo conta di incassare 1,4 miliardi nel biennio 2017-2018.
  2. Stop rate in attesa della rottamazione: Chi ha già un piano di rateizzazione in corso, a partire dal 1 gennaio 2017, se aderisce alla rottamazione, non sarà tenuto, fino alla scadenza della prima o unica rata delle somme dovute,agli obblighi di pagamento derivanti dalla rateizzazione inessere.
  3. Marcia indietro sui pignoramenti: Pignoramenti sospesi ma non estinti se si paga la prima o unica rata delle somme dovute per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno prima approvato un emendamento che consentiva di estinguere i pignoramenti dei beni e successivamente l’hanno bocciato.
  4. Rottamabili tutte le cartelle, non solo Equitalia: La rottamazione sarà estesa anche ai Comuni che non affidano a Equitalia la riscossione ma la effettuano direttamente o affidandosi a un soggetto privato iscritto all’albo. Potranno essere rottamate anche le somme che sono riscosse tramiteingiunzione fiscale relative ai debiti fino al 2016.
  5. Rottamabili le cartelle Inps, ma non le multe dell’Authority: Escluse le cartelle relative a debiti derivanti da sanzioni o multe irrogate dalle Authority; rottamabili invece le cartellederivanti da violazioni degli obblighi relativi ai contributi eai premi dovuti dagli enti previdenziali.
  6. Addio al Tax Day: Stop alla scadenza unica del 16 giugno per i versamenti. Dall’anno prossimo si paghera’ in due tranche: slitta dal 16 al 30 giugno il termine per il pagamento di Irpef, Irap e Ires mentre la scadenza per Imu e Tasi resta al 16 giugno.
  7. Tregua estiva per il fisco: Arriva anche la ‘tregua’ estiva per il fisco. Saranno sospesi dal 1 agosto al 4 settembre ogni anno i termini per rispondere alle lettere di accertamento (esclusi quelli per le richieste a seguito di attività di ispezione e verifica nonché relativi alle procedure di rimborso Iva) e non si applicherà il termine dei 30 giorni per pagare le somme dovute a seguito dei controlli.
  8. Voluntary disclosure bis: Riaperti i termini della procedura di collaborazione volontaria per il rientro dei capitali detenuti all’estero fino al 31 luglio 2017. Si può presentare istanza anche se il contribuente ha aderito entro il 30 novembre 2015, limitatamente alle violazioni dichiarative per attività detenute in Italia. Si potrà presentare istanza anche se in precedenza ci si è avvalsi della voluntary limitatamente ai profili internazionali.
  9. Contante: In caso di rientro dei capitali in contanti, si presume, salvo prova contraria, che contanti e valori al portatore derivino da redditi conseguiti, in quote costanti, da condotte di evasione fiscale commesse (e quindi da tassare) nel 2015 e nei quattro periodi d’imposta precedenti. Si tratta, in sostanza, di una presunzione di imponibilità integrale per i contanti negli anni oggetto di regolarizzazione, salvo prova contraria. Secondo Sinistra italiana c’è il rischio che il contante sia presentato da prestanomi a reddito zero, che faranno riemergere il nero pagando l’aliquota Irpef più bassa per ogni anno di evasione.
  10. Via studi di settore. Arriivano gli indici: Addio agli studi di settore, arrivano dal 2017 gli indici di affidabilità collegati a livelli di premialità per i contribuenti più affidabili, anche in termini di esclusione o riduzione dei termini per gli accertamenti.
  11. Spesometro: Le comunicazioni Iva dovranno essere inviate telematicamente ogni tre mesi ma nel primo anno l’invio sarà semestrale (entro il 25 luglio 2017); quelle relative al secondo trimestre dovranno essere trasmesse entro il 16 settembre e quelle relative all’ultimo trimestre entro il mese di febbraio. Per il 2017, la data è il 25 luglio. Le sanzioni per omessa o errata trasmissione delle fatture vanno da 2 a 1.000 euro (con riduzione del 50% in caso di correzione entro 15 giorni dalla scadenza). Le sanzioni per omessa, incompleta o infedele comunicazione vanno da 500 a 2.000 euro (ridotte del 50% se trasmessa nei 15 giorni successivi).
  12. Meno controlli su prelievi e imprese: Stop per le imprese individuali ai controlli del Fisco sui prelievi in banca fino a mille euro al giorno e 5mila euro al mese.
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