Dove andrà a finire la tredicesima?
“Tredicesima impiegata – spiegano Federconsumatori ed Adusbef – per pagare gli aumenti iniziati a gennaio 2016 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, accise, Tari; tariffe idriche, elettriche e del gas; ed un’altra serie infinita di ordinari balzelli che sfiancano le famiglie e mangiando i redditi, con le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare, in particolare Tasi ed Imu seconda casa, da saldare entro il 16 dicembre. Con il risultato di ridurre dell’85,4% l’agognata gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34,90 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, il 14,6 per cento, ossia 5,1 miliardi di euro, come nel 2015, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati”.
Il dettaglio delle spese delle famiglie.
Adusbef fa i conti (da 25 anni) nelle tasche degli italiani. Su un monte tredicesime di 34,90 miliardi, +1,5% rispetto ai 34,40 miliardi del 2015: l’esborso per RC Auto assorbirà 5,1 miliardi, -1,9% rispetto al 2015. Per rimborsare prestiti e/o ratei se ne andranno 4,3 miliardi, +2,4% rispetto al 2015. Per pagare le rate di mutuo si spenderanno 3,8 miliardi, -2,6% rispetto al 2015. Per il bollo auto/moto occorreranno 4,2 miliardi, +2,4% rispetto al 2015. Le bollette assorbiranno 7,7 miliardi, +1,3% rispetto al 2015. L’Imu sulla seconda casa assorbirà 2,3 miliardi, +9,5% rispetto al 2015. La seconda rata della Tasi costerà 2,4 miliardi, +9,1% rispetto al 2015. Il totale delle voci di uscita considerate ammonta a 29,8 miliardi, +1,7% rispetto al 2015.
Per scopi più piacevoli restano 5,1 miliardi di euro, “che potranno essere utilizzati per cenone, regali (spesso ai più piccoli), qualche viaggio, qualcosa da mettere da parte per future esigenze, non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari speculativi che si profilano in tutti i settori”.
Le difficoltà delle imprese.
“Quest’anno – evidenziano Federconsumatori ed Adusbef – alcune imprese hanno già dichiarato di non riuscire a pagare le tredicesime, a causa delle tasse e delle difficoltà di accesso al credito. Tra le ragioni indicate per giustificare il mancato pagamento della tredicesima, prevale infatti l’eccessiva concentrazione degli adempimenti fiscali in dicembre, indicata dal 73% delle imprese che sono costrette a non pagare (erano il 70% nel 2015); mentre il 27% delle imprese, denuncia la mancata concessione da parte delle banche del prestito necessario a coprire l’esigenza di maggiore liquidità”.
Fonte: www.salernoeconomy.it