Ora che si riscopre che Castro viveva fra gli agi come il caudillo latino-americano che era e non vestiva in gramaglie come si pretenderebbe dai potenti specie se comunisti. Ora che si attenua la polemica politica, si può tornare su un profilo di Castro che lo vide incrociarsi e poi fatalmente scontrarsi con l’altro Papa de Cuba, lo scrittore americano per eccellenza se non lo scrittore tout court del Novecento: Ernest Hemingway.
Hemingway, detto appunto Papa, vive a Cuba prima che inizia l’epopea di Castro. A Cuba trova l’ispirazione per i suoi romanzi, a Cuba scrive Il vecchio e il mare che probabilmente gli vale il Nobel e che nell’interpretazione di Spencer Tracy diviene pure icona del cinema. Castro e Hemingway s’incontrano, vanno insieme a pesca, una foto li ritrae mentre tirano a bordo un pesce spada. Castro è ospite della barca di Hemingway, governata dall’amico pescatore che sarebbe anche l’ispiratore trasfigurato del vecchio del romanzo.
I due sembrano intendersi. Ma fino ad un certo punto. Gli eccessi piacciono ad entrambi, come si addice ai rivoluzionari: chi della politica e chi delle lettere. Hemingway codifica uno stile letterario grazie al quale per anni gli scrittori à la Hemingway saranno di numero quasi pari ai lettori di Hemingway. Hemingway codifica il mojito nella bodeguida di fiducia: una certa quota di questo e di quello, pochissimo zucchero di canna, menta, ghiaccio. Ne beve compulsivamente un certo numero mentre impone il vuoto attorno a sé. Lo scrittore maledetto crea mentre beve e beve per creare. Guai a turbare il misterioso flusso dell’immaginazione.
Hemingway aveva partecipato alla Guerra di Spagna dalla parte dei repubblicani, ha una naturale simpatia per i rivoluzionari, è talmente liberal che l’FBI lo sospetta di simpatie per il regime cubano se non di essere in odore di comunismo. Il sodalizio con Castro suona ambiguo, specie ora che Castro sembra chiedergli qualcosa di più dell’ammiccamento. Forse l’adesione alla causa ed una qualche forma d’impegno a suo favore. Ambasciatore di Cuba presso gli Stati Uniti? Addirittura spia all’incontrario? L’FBI teme qualsiasi ipotesi, vigila e sorveglia.
In una parola: le autorità americane vedono di cattivo occhio la promiscuità fra lo Scrittore, che come tale è intangibile, ed il Rivoluzionario, che invece si vorrebbe colpire. Prendere le distanze e subito. La malattia e le incomprensioni con Castro fanno il resto. Hemingway lascia l’Isola definitivamente. Prima però chede che gli Stati Uniti la tengano in conto: ad evitare che cada nelle braccia dei Russi. Un auspicio giusto ed una profezia sbagliata.