Nel 2015 in termini assoluti l’ISTAT stima in 17 milioni 469 mila le persone a rischio. Numeri che vedono gli obiettivi prefissati dalla strategia europea 2020 “ancora lontani”. Entro il 2020, infatti, l’Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio povertà. Al centro invece la soglia si ferma al 24%. Al nord al 17,4%. “I livelli sono superiori alla media nazionale in tutte le regioni del Mezzogiorno, con valori più elevati in Sicilia (55,4%), Puglia (47,8%) e Campania (46,1%)
Dilaga la povertà in Italia: 1 italiano su 4 a rischio. Campania in fondo
Il problema della povertà sta sempre di più dilagando in Italia. Nel 2015 sono 17 milioni e mezzo di persone sulla soglia della miseria. Nello specifico oltre uno su quattro, il 28,7% delle persone residenti in Italia, nel 2015 è “a rischio di povertà o esclusione sociale”. Lo stima l’ISTAT. Si tratta di una quota, scrive l’Istituto, “sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%)”. Il risultato è sintesi di “un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% a 11,7%)”. Resta invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%)”.
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La cura Renzi ha dato i suoi buoni frutti. Con il No al refrendum ce lo siamo tolti dai marroni e c’è ancora chi sostiene che è orgoglioso di votare si ad una riforma indecente a dir poco.
La Campania primeggia in questa speciale classifica ed il governatore pensava di distribuire fritture di pesce e adesso dice che la campagna elettorale per il referendum è stata sbagliata e dimentica che in Campania l’ha condotta il figlio e che lui definisce “mezze pippe” altri ragazzi fatti da se e questo lo manda in bestia facendolo diventare più comico del solito dando argomentazioni a Crozza.